Allora, immaginate questa scena: vi svegliate, accendete il computer e BAM! La vostra casella di posta ha più di mille email non lette. Ansia a manetta, vero? Beh, non siete soli. Secondo Babbel, tra i ragazzi americani nel range 18-24 anni, quasi il 36% si ritrova in questa situazione. Praticamente, un caos totale che genera stress, frustrazione e una simpaticissima sensazione che spinge a chiudere tutto e scappare. Questa sensazione oggi ha un nome, si chiama "email anxiety", un fenomeno che pare essere il tormento ufficiale della Gen Z.
Per la serie, vi sblocchiamo uno sbatti.
TikTok è pieno di video sotto l’hashtag #emailanxiety, con psicologi, creator e coach che cercano di spiegare perché ci si sente come se si avesse un peso sul petto ogni volta che si apre quella maledettissima casella di posta. E non è solo l'accumulo di email a mandare fuori di testa, ma anche il dover rispondere a quelle che sembrano bombe a orologeria.
Non che sia solo un problema dei giovani eh. Nel 2022 alcuni studiosi della Virginia Tech University hanno intervistato più di 400 dipendenti in diversi settori lavorativi confermando che un controllo eccessivo della posta elettronica durante le ore off "è dannoso per il benessere e le relazioni, ma anche solo pensarci è in sé dannoso". Ottimo. La questione è che "se senti la pressione del tuo capo, questa avrà la precedenza su tutto il resto".
Parliamo anche di "apnea da e-mail". Il termine è stato coniato anni fa da Linda Stone (quando lavorava alla Apple). Si è resa conto che, sotto pressione, ci dimentichiamo di respirare. Non nel senso che soffochiamo, ma tratteniamo il fiato mentre siamo iper concentrati. Il cervello praticamente "mette in pausa" la respirazione per focalizzarsi su una task specifica. Però, se questa cosa diventa un’abitudine, sono guai: la postura da "gobbo sulla tastiera" e lo sguardo fisso allo schermo fanno solo peggiorare la situazione. Risultato? Stress su stress e, nei casi peggiori, un bel biglietto di sola andata per il burnout.
Gli esperti ci dicono: "Respirate". Sembra banale, ma pare che concentrarsi sul respiro possa aiutare a riprendere il controllo. Certo, non basta: serve anche un’analisi più profonda con un terapista per capire cosa c’è davvero sotto questa ansia da lavoro. E indovinate? L’apnea da e-mail non è solo una questione di numeri di messaggi non letti. Anche dover rispondere genera un’ansia assurda. Una su cinque persone intervistate da Babbel ha detto che si pente di aver risposto a un’email appena inviata. Troppa pressione, troppe aspettative.
Dai video di TikTok emerge che uno dei trigger principali è il lavoro "9 to 5", quello super rigido con orari fissi. La Gen Z non ce la fa proprio, vuole flessibilità, vuole poter lavorare da remoto, magari come freelance, e non essere legati ad una scrivania dalle 9 alle 5. E qui si aggiunge un altro tassello: la "cultura dell’immediatezza". Cioè, viviamo in un’epoca in cui ci si aspetta di ricevere risposte a tempo record. Uno studio del dicembre 2022 lo dice chiaro e tondo: le email fuori orario di lavoro (tipo quelle di domenica sera, magari mandate dal capo) mandano in tilt la mente di chi le riceve. Anche se non si risponde subito, il pensiero di quell’e-mail non ci lascia in pace.
Risultato? Controllare troppo le e-mail fuori orario fa malissimo, sia a voi che alle persone vicine, perché diventa una mission impossible staccare davvero dal lavoro. Ma non tutto è perduto. Il rimedio esiste: imparate a distinguere tra “urgente” e “importante”. Gestire meglio il tempo e le risposte può fare miracoli. Le ricerche dimostrano che ignorare lo stress da e-mail non è solo una questione personale, ma ha pure un impatto economico notevole sulle aziende, con assenze per malattia e burn out in aumento.
Morale della storia: se non volete finire in burnout totale, ricordatevi di respirare quando aprite la casella delle e-mail. O non apritela affatto.
Autrice: Francesca Tortini
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