Cari Imbruttiti, non si scherza più. È arrivata la caldazza. Andare a Santa è improponibile causa code sulle autostrade liguri? Il Covid ha fatto evaporare il cash e l’estate 2020 profuma di panini al sacco spiaggiati sul greto di fiumi o torrenti?
Già lo sapete che ci siamo qui noi a fare problem solving. Per tutti voi ecco un’altra idea per una gita one shot. Prendi la mattina, parti e torni la sera a dormire comodamente nel tuo letto. Collaudata dall’Imbruttito, autentico sigillo di garanzia dell’enjoy!
Primo step: impostiamo Google Maps sulla località Bobbio. Circa un’ora e tre quarti da Piazza Duomo. La strada è semplicissima, non servirebbe nemmeno impostare le indicazioni e consumare la batteria dello smartphone. Barriera di Melegnano, beep del Telepass e poi A1 sino a Piacenza. Seguire le frecce sino a Bobbio è un gioco da ragazzi.
La strada SS45 all’inizio è la classica Statale della Pianura Padana. Campi, paesini tutti uguali. Campi, capannoni. Ancora campi. Figa, ma dove stiamo andando? A un certo punto l’asfalto si affianca al fiume Trebbia e il panorama si fa molto più gradevole. Un’ampia valle molto verde, delimitata da colline e pendii, si apre davanti al parabrezza.
Il fiume luccica parallelo alla strada e notiamo diversi bagnanti sui ciotoli delle sue rive. Dopo un mix di curve e meraviglia arriviamo all’abitato di Bobbio, piccolo comune di 3,5k abitanti. Il centro storico ha mantenuto intatte le caratteristiche del borgo medioevale (pensate che Bobbio ha vinto il contest Borgo dei borghi nel 2017).
Percorrendo un fitto reticolo di stradine strette ciottolate abbiamo ammirato edifici antichi e chiese meravigliose. Come non citare il Monastero di San Colombano, fondato dall’omonimo monaco irlandese sceso in Italia per arrivare a Roma (se il nome non vi suona nuovo sappiate che è lo stesso di San Colombano al Lambro, exclave dell’Area Metropolitana di Milano).
Addossato all’Abbazia si trova anche il Museo della città che ripercorre in modo molto preciso lo sviluppo dell’attuale centro urbano attorno al monastero nel corso di più di mille anni.
Altri punti di sicuro interesse sono il Duomo e il Castello Malaspina che è stato la roccaforte dei Guelfi durante le lotte con i Ghibellini di Piacenza.
Storia e cultura si fondono sempre con la necessità di mettere i piedi sotto al tavolo. Il territorio vanta un’ampia selezione di piatti tipici. Dal classicissimo gnocco fritto sino ai più elaborati maccheroni alla bobbiese, passando per le lumache in umido, o, ancora, la torta di riso bobbiese con verdure, riso, uova e formaggio. Il tutto innaffiato da vini piacentini (gutturnio il rosso oppure ortrugo, se preferite il bianco).
Ecco, magari con quaranta grandi all’ombra anche no! Ripromettendoci di tornare in autunno per sfondarci di delizie locali, ripieghiamo su un Batarò. Un panino ovale e sottile, fatto per gonfiarsi pochi istanti dopo il primo contatto con il calore, privo di mollica, ideale per essere farcito con i salumi piacentini, coppa e pancetta. Ne apprezziamo il sapore e la consistenza. Fidatevi, una goduria!!
Ben ristorati siamo ora pronti per la ciliegina sulla torta…
…lui è il Trebbia! Uscendo dall’abitato di Bobbio si può scendere sino al fiume per prendere il sole, pucciare i piedi o farsi proprio un bel bagnetto rinfrescante.
Magari all’ombra del caratteristico ponte Gobbo, detto anche ponte Vecchio o ponte del Diavolo. La leggenda narra che fosse proprio San Colombano a desiderare di unire le due sponde del fiume. Il diavolo in persona si offrì di aiutarlo costruendo un ponte in una sola notte, a patto di avere in cambio l’anima del primo che lo avesse attraversato. San Colombano accettò e il demonio costruì il ponte con l’aiuto di un gruppo di diavoli di altezza e corporatura diversa, ognuno dei quali eresse la sua parte in modo personale e difforme dagli altri ottenendo la caratteristica gibbosità e irregolarità del ponte.
Al mattino il santo tenne fede alla parola data, ma giustificandosi con l’osservazione che il ponte non era stato costruito secondo le regole ingannò il demonio facendovi passare per primo un animale (qualcuno dice fosse un cane, altri un orso, in ogni caso roba da chiamare la Protezione animali!).
La nostra escursione si conclude con una passeggiata defaticante tra le colline che si trovano sulla sponda opposta del ponte rispetto al borgo. Molti sono gli itinerari che si possono organizzare per trekking più impegnativi con base a Bobbio. Uno su tutti: San Cristoforo e le cascate del Carlone.
Per noi, invece, cari Imbruttiti è arrivato purtroppo il momento di tornare agli sbatti della vita milanese. Un po’ rammaricati, ma anche contenti e un po’ abbronzati riprendiamo l’auto. Nel cuore una nuova meravigliosa esperienza made in Italy.
«Oggi ho attraversato la valle più bella del mondo» (Ernest Hemingway*)
*Alcune fonti sostengono che Hemingway abbia scritto tale pensiero dopo aver attraversato la Val Trebbia
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