Skip to content
Sogno? Realizzazione personale? Naaa: per la Gen Z il lavoro è solo un modo per guadagnare soldi / Leoncavallo, Sala frena sul ritorno in via Watteau: “Non possiamo agevolare” / Svolta sexy per ChatGPT: da dicembre offrirà anche contenuti erotici / Arriva il gelato alla patata: la nuova frontiera (insospettabile) del food sostenibile a Milano / Il Parlamento Europeo ha vietato termini come “burger” e “bistecca” per i prodotti vegani, ma noi abbiamo la soluzione / MTV chiude definitivamente: addio a un’icona che ha cresciuto una generazione / Il prezzo medio per affittare una stanza a Milano? 1.137 euro. A ‘sto punto meglio vendersi un rene… / Alla Gen Z lo stipendio non basta più: se non si sentono ascoltati, preferiscono “saltare” da un lavoro all’altro / Finalmente dal 2026 sarà obbligatorio indicare lo stipendio negli annunci di lavoro: fine del mistero (e dell’ipocrisia) / Affittare casa durante le Olimpiadi 2026 conviene: ecco quanto si può guadagnare / Sogno? Realizzazione personale? Naaa: per la Gen Z il lavoro è solo un modo per guadagnare soldi / Leoncavallo, Sala frena sul ritorno in via Watteau: “Non possiamo agevolare” / Svolta sexy per ChatGPT: da dicembre offrirà anche contenuti erotici / Arriva il gelato alla patata: la nuova frontiera (insospettabile) del food sostenibile a Milano / Il Parlamento Europeo ha vietato termini come “burger” e “bistecca” per i prodotti vegani, ma noi abbiamo la soluzione / MTV chiude definitivamente: addio a un’icona che ha cresciuto una generazione / Il prezzo medio per affittare una stanza a Milano? 1.137 euro. A ‘sto punto meglio vendersi un rene… / Alla Gen Z lo stipendio non basta più: se non si sentono ascoltati, preferiscono “saltare” da un lavoro all’altro / Finalmente dal 2026 sarà obbligatorio indicare lo stipendio negli annunci di lavoro: fine del mistero (e dell’ipocrisia) / Affittare casa durante le Olimpiadi 2026 conviene: ecco quanto si può guadagnare
CONDIVIDI:
Link copiato!

Sogno? Realizzazione personale? Naaa: per la Gen Z il lavoro è solo un modo per guadagnare soldi

I giovani sono pagati troppo poco. È il momento di fare qualcosa, oltre a inca**arsi
20 Ottobre 2025

Diciamolo senza troppi giri di parole: fare il grande salto nel mondo del lavoro, in Italia oggi, è un po’ come entrare in un labirinto dove ti dicono esserci un tesoro… ma alla fine, nel forziere, ci trovi il biglietto per uno stage a 500 euro e un buono pasto valido solo nei giorni pari. Forse anche per questo, moltissimi giovani italiani — quelli tra i 18 e i 29 anni — non considerano più il lavoro quella cosa che ti definisce, ti realizza, ti proietta nel mondo adulto… Ma chi ne ha voglia?! visto poi anche che gli adulti mai come adesso fanno i giovani.

Secondo una mega indagine dell’Inapp su 45.000 ragazzi e ragazze, il 44% vede il lavoro come “solo un modo per guadagnare”. Altro che passione, vocazione, missione… CA$H!!! Un altro 29% lo vede come una mera “necessità”. Solo il restante 26% lo vive ancora come mezzo per realizzarsi. Tradotto: tre su quattro lavorano più per dovere che per desiderio. E considerando le condizioni offerte, ci sta tutto.

“Una grande opportunità (peccato, è gratis)”

Andiamo al punto: gli stipendi fanno un po’ pena, anche se i più eleganti li definiscono “inadeguati”. Vivere da soli costa un botto – tra affitto, bollette, abbonamento ai mezzi e caffè (ormai a 1,50 €), i contratti da 700-900 euro lordi a tempo determinato fanno appena appena il solletico ai conti da pagare.

Il problema non è solo il “quanto”, ma anche il “come”: contratti precari o irregolari sono la norma, non c’è coerenza tra il titolo di studio e il ruolo lavorativo (tu studi ingegneria, loro ti propongono customer care a 3,50 l’ora)… e naturalmente i piani di crescita sono dei perfetti sconosciuti, per cui il primo lavoro rischia di restare anche il più pagato per un bel pezzo.

Quindi, al solito, come abbiamo detto mille volte, se non hai alle spalle una famiglia che ti dà una mano (economicamente o con i contatti giusti), le cose si mettono ancora peggio. Altro che ascensore sociale: non conta solo quanto vali, ma da dove vieni.

Donne, province e altri ostacoli bonus

Ovviamente, altro tallone d’Achille insanabile, se sei una giovane donna la cosa si complica ancora:
conciliare lavoro e vita privata resta un miraggio e la flessibilità richiesta dalle aziende spesso non è quella offerta (ma dai…). Manca un welfare aziendale pensato davvero per chi ha o vorrebbe avere una famiglia… però poi ti fanno sentire in colpa con il pippone sul calo demografico.

C’è poi il fattore territorio. Perché noi che viviamo a Milano, spesso neanche ce ne accorgiamo, ma fra chi vive in provincia o nel Sud Italia lo sport più diffuso sono i salti mortali anche solo per arrivare fisicamente a un posto di lavoro… quindi che poi sia dignitoso è quasi un di più. I trasporti scarseggiano, le connessioni pure, e molti si rassegnano a restare dove sono — magari sottopagati — o si mettono in fila per emigrare.

Qualche luce in fondo al tunnel c’è (giuro)

Ora, giusto per non finire come le star, a bere del whiskey al Roxy Bar per dimenticare ‘sta tristezza, consideriamo qualche barlume di speranza. Le aziende cominciano ad avere fame di competenze e questo, almeno in teoria, potrebbe far salire un po’ gli stipendi. Il presidente dell’Inapp ha proposto un’idea interessante: un “nuovo patto generazionale” che colleghi scuola, formazione e imprese. Tradotto: aiutare i giovani a non buttarsi a caso nel primo lavoro che capita, ma trovare una strada sensata e sostenibile anche in base alle loro attitudini. Anche per questo qualcuno inizia a parlare seriamente di riforme del lavoro giovanile, di incentivi per le aziende che assumono in modo serio, e di potenziare il collegamento tra istruzione e mondo del lavoro.

Ok, ma quindi?

La buona notizia è che i giovani italiani non si sono improvvisamente rincitrulliti e non hanno perso la voglia di lavorare. Hanno solo perso la pazienza per lavori senza dignità, sottopagati e senza prospettiva. E no, non è una generazione di fannulloni: è una generazione che chiede solo una cosa molto semplice: essere trattati con rispetto. Rispetto che significa: il giusto cash, percorsi chiari, possibilità di crescere e — perché no — di farsi una vita anche fuori dall’ufficio.

CONDIVIDI:
Link copiato!