Addio ai sedili reclinabili di quattro centimetri e alle maratone di serie sullo schermo da schienale: entro il 2030 potremmo sorvolare mezzo pianeta in appena un’ora a bordo di un razzo. Non è uno scherzo della Nasa, ma il piano ambizioso della Nippon Travel Agency, in collaborazione con la startup Innovative Space Carrier Inc.
L’obiettivo è chiaro e un po’ folle… e per questo già ci piace: collegare New York e Tokyo in soli 60 minuti, sfruttando razzi riutilizzabili capaci di uscire temporaneamente dall’atmosfera terrestre, per poi rientrare dolcemente in prossimità della destinazione. In pratica, un salto nello spazio per saltare la coda dell’Atlantico e del Pacifico insieme.
Il biglietto, diciamolo subito, non è esattamente per tutte le tasche: 100 milioni di yen, circa 657.000 dollari per un’andata e ritorno, ma per quella cifra si può vivere un’esperienza davvero “fuori dal mondo”. I voli decolleranno da piattaforme offshore, dove non servirà chiedere il posto finestrino: sarà tutto finestrino, con vista Terra globale.
Il presidente di Innovative Space Carrier, Kojiro Hatada, spiega che il vero traguardo non è solo la velocità, ma la sostenibilità economica. L’idea è di abbattere progressivamente i costi aumentando il numero di missioni per ogni veicolo. In sintesi: più voli fa il razzo, meno costerà il biglietto.
Addestramento per futuri “pendolari dell’orbita”
Prima del decollo, i viaggiatori avranno modo di prepararsi. Nel 2026 apriranno le preiscrizioni al programma, che includerà visite alle strutture di lancio e perfino degustazioni di cibo spaziale. Un modo per familiarizzare con l’assenza di gravità e scoprire, magari con sorpresa, che il ramen liofilizzato non è poi così male quando lo si consuma a 100 chilometri di quota.
Secondo Keigo Yoshida, presidente della Nippon Travel, questa fase introduttiva non è solo marketing, ma serve a creare un legame autentico tra i futuri viaggiatori e le tecnologie spaziali. Un po’ come i corsi pre-parto, ma con meno camici e più tute pressurizzate. Non è escluso, peraltro, che qualcuno debba tornare a mettersi il pannolino per gestire la paura…
Un nuovo capitolo per la mobilità globale
Se tutto procederà secondo i piani, gli anni Trenta del XXI secolo segneranno l’inizio di una nuova era dei trasporti: i voli intercontinentali saranno più rapidi e la parola “scalo” diventerà un ricordo del passato. Negli anni Quaranta, si parla già di soggiorni in orbita ed esperienze in microgravità.
Ma quanto è veloce, in realtà, un viaggio di un’ora tra New York e Tokyo?
Facciamo due conti con una proporzione terrestre:
- A piedi da Milano in un’ora si arriva più o meno a Sesto San Giovanni (5 km se non ti fermi per un caffè).
- In bicicletta, con una buona falcata, puoi raggiungere Rho o Cologno Monzese, diciamo 15–20 km.
- In auto, in un giorno fortunato senza traffico, si arriva fino a Pavia o Monza (30–35 km).
- Al venerdì pomeriggio in tangenziale, invece, in un’ora arrivi… al parcheggio del supermercato da cui sei partito.
Ora, immagina coprire in quello stesso tempo 10.800 chilometri, la distanza tra Tokyo e New York. È come se la tua auto, invece di arrancare in coda sulla A4, viaggiasse a oltre 10.000 volte la velocità media milanese. Altro che corsia preferenziale in circonvalla!
Benefici da turisti
State pensando a un addio al celibato/nubilato fuori dal comune? Volete sorprendere il partner con un viaggio fuori dal comune (e anche dall’atmosfera)? Ecco qua i vantaggi di cui potrete beneficiare
- Viaggio New York–Tokyo in 1 ora, contro le attuali 14–15 ore.
- Esperienza spaziale autentica senza addestramento da astronauta.
- Degustazioni di cibo spaziale e visite alle strutture di lancio.
- Riduzione futura dei costi grazie ai razzi riutilizzabili.
- Prestigio e unicità: essere tra i primi turisti “intercontinentali orbitali”.
- Prospettive per il futuro: voli più sostenibili, rapidi e spettacolari.
Rivoluzione o fantascienza con scalo in futuro?
Naturalmente, restano molte sfide: sicurezza, emissioni, impatti ambientali e normative internazionali per i lanci spaziali commerciali. Tuttavia, l’esperimento giapponese potrebbe trasformarsi in un laboratorio di innovazione globale. Collegare in modo diretto due delle città più vitali del pianeta significa accorciare le distanze non solo geografiche, ma anche culturali e commerciali.
Il turismo spaziale non sarà più solo un lusso da miliardari in cerca di foto da postare con la Terra vista da lontano, ma una possibile estensione della mobilità del futuro. Certo, servirà ancora tempo prima che il biglietto sia accessibile a un po’ di gente, ma ogni rivoluzione prima o poi ha la sua “messa a terra”.
