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Filippo Champagne si candida a sindaco di Milano: nasce il Popolo della Gaina

La prima cosa che faremo sarà cacciare il sindaco Sala da Milano, perché è il peggior sindaco della storia milanese".
10 Novembre 2025

Milano ne ha viste tante, ma forse una candidatura così mancava ancora all’appello. Filippo “Champagne” Romeo, volto noto della movida milanese e personaggio social da oltre 400mila follower, ha deciso di scendere in campo. L’obiettivo? Diventare sindaco di Milano alle comunali del 2027.

Vaaa bene…

Monzese, 49 anni, fratello di Massimiliano Romeo — capogruppo della Lega al Senato — ma deciso a non avere nulla a che fare con il Carroccio (“Io con la Lega non ci voglio avere a che fare. Con mio fratello ci sentiamo una volta l’anno e parliamo solo di Inter.”), Filippo Romeo è pronto a portare la sua visione “Champagne” a Palazzo Marino.

E per farlo ha già scelto anche il nome della sua lista: “Popolo della Gaina”, dal termine che in gergo milanese identifica quella sensazione di euforia post-sbornia, quell’adrenalina allegra che ti prende dopo un bicchiere di troppo. “Ronald Reagan faceva l’attore ed è diventato presidente degli Stati Uniti, io faccio ‘cinema’ al bar e non posso diventare sindaco di Milano?”.

Cosa gli vuoi dire qualce mese fa aveva già “spoilerato” la notizia, lanciandola come provocazione sui social. “Vi do una notizia in anteprima: io a breve farò il mio partito, il Popolo della Gaina. La prima cosa che faremo sarà cacciare il sindaco Sala da Milano, perché è il peggior sindaco della storia milanese“.

Dal bancone al Palazzo è un attimo

Romeo è diventato un volto riconoscibile tra i nottambuli milanesi per le sue dirette dai locali più famosi della città, tra cui la Gintoneria di Davide Lacerenza, finita poi al centro di un’inchiesta per droga ed escort. Un universo fatto di luci, brindisi e “gainate”, che oggi lui promette di trasformare in un progetto politico. Il suo obiettivo è quello di “sparigliare le carte”, come ama dire. “Diventare sindaco è arduo, ma con tutti i giovani che mi seguono, in Consiglio comunale ci entro di sicuro. E sarò sempre presente per portare avanti la voce del popolo giusto.

E in effetti, il suo seguito è concreto: tra una diretta su Instagram e una comparsata a La Zanzara, Filippo Champagne ha costruito un pubblico fedele, attratto dal suo linguaggio diretto, spesso provocatorio, ma anche da una certa malinconia per quella Milano da bere anni Ottanta che molti, in fondo, rimpiangono.

Un programma tra ruspe, vigilantes e Dubai

Sul fronte politico, le sue idee sono tutt’altro che timide. Romeo promette di “portare le ruspe in corso Buenos Aires ed eliminare per sempre le piste ciclabili”, con l’obiettivo di restituire la città “ai cittadini veri”, come li definisce lui.

Ma non si ferma qui: nel suo programma ci sono “cecchini sui tetti, se serviranno per rendere Milano finalmente sicura, così sicura da poter girare con orologi di lusso ai polsi senza problemi. Una nuova Dubai, ma in Lombardia.

La sua Milano ideale è una città scintillante, iperprotetta, dove si può camminare di notte senza paura e tornare a “spingere” — parola d’ordine che campeggia anche nel logo della sua lista, su fondo azzurro con fascia tricolore e scritta in giallo: SPINGERE, rigorosamente in maiuscolo.

Un programma estremo, certo, ma che Romeo rivendica con convinzione. “Milano deve tornare la capitale della libertà, del divertimento e del guadagno. Il milanese vero non si lamenta: spinge, brinda e fattura.



















Filippo “Champagne” Romeo si candida a sindaco di Milano: nasce il “Popolo della Gaina”
Tra ruspe, Rolex e zero ciclabili: l’aspirante sindaco che sogna di riportare Milano ai fasti della “Milano da bere”.


Milano ne ha viste tante, ma forse una candidatura così mancava ancora all’appello.
Filippo “Champagne” Romeo, volto noto della movida milanese e personaggio social da oltre 400mila follower, ha deciso di scendere in campo. E no, non per un nuovo party esclusivo, ma per la politica. L’obiettivo è chiaro: diventare sindaco di Milano alle comunali del 2027.Monzese, 49 anni, fratello di Massimiliano Romeo — capogruppo della Lega al Senato — ma deciso a non avere nulla a che fare con il Carroccio (“Io con la Lega non ci voglio avere a che fare. Con mio fratello ci sentiamo una volta l’anno e parliamo solo di Inter.”), Filippo Romeo è pronto a portare la sua visione “Champagne” a Palazzo Marino.E per farlo ha già scelto anche il nome della sua lista: “Popolo della Gaina”, dal termine che in gergo milanese identifica quella sensazione di euforia post-sbornia, quell’adrenalina allegra che ti prende dopo un bicchiere di troppo. “Ronald Reagan faceva l’attore ed è diventato presidente degli Stati Uniti, io faccio ‘cinema’ al bar e non posso diventare sindaco di Milano?” dice Romeo con la solita ironia, in perfetto stile social.


Dal bancone al Palazzo

Romeo è diventato un volto riconoscibile tra i nottambuli milanesi per le sue dirette dai locali più famosi della città, tra cui la Gintoneria di Davide Lacerenza, finita poi al centro di un’inchiesta per droga ed escort. Un universo fatto di luci, brindisi e “gainate”, che oggi lui promette di trasformare in un progetto politico.Il suo obiettivo è quello di “sparigliare le carte”, come ama dire. “Diventare sindaco è arduo, ma con tutti i giovani che mi seguono, in Consiglio comunale ci entro di sicuro. E sarò sempre presente per portare avanti la voce del popolo giusto.”E in effetti, il suo seguito è concreto: tra una diretta su Instagram e una comparsata a La Zanzara, Romeo ha costruito un pubblico fedele, attratto dal suo linguaggio diretto, spesso provocatorio, ma anche da una certa malinconia per quella Milano da bere anni Ottanta che molti, in fondo, rimpiangono.


Un programma tra ruspe, vigilantes e Dubai

Sul fronte politico, le sue idee sono tutt’altro che timide. Romeo promette di “portare le ruspe in corso Buenos Aires per sempre le piste ciclabili”, con l’obiettivo di restituire la città “ai cittadini veri”, come li definisce lui.Ma non si ferma qui: nel suo programma ci sono “cecchini sui tetti, se serviranno per rendere Milano finalmente sicura, così sicura da poter girare con orologi di lusso ai polsi senza problemi. Una nuova Dubai, ma in Lombardia.”La sua Milano ideale è una città scintillante, iperprotetta, dove si può camminare di notte senza paura e tornare a “spingere” — parola d’ordine che campeggia anche nel logo della sua lista, su fondo azzurro con fascia tricolore e scritta in giallo: SPINGERE, rigorosamente in maiuscolo.Un programma estremo, certo, ma che Romeo rivendica con convinzione. “Milano deve tornare la capitale della libertà, del divertimento e del guadagno. Il milanese vero non si lamenta: spinge, brinda e fattura.


Tra ironia e ambizione

C’è chi lo prende come una provocazione, chi come una trovata pubblicitaria, e chi invece pensa che il “fenomeno Champagne” intercetti davvero una parte del malcontento urbano.
Del resto, nel suo modo di comunicare, Romeo unisce la leggerezza della nightlife al linguaggio populista di piazza, mescolando slogan, meme e bicchieri di bollicine.Non a caso, racconta di aver lanciato la sua idea di candidatura proprio in auto, in uno dei suoi video virali: “Era notte, musica accesa, Nevio lo Stirato di fianco, e io dicevo che mi sarei candidato. Tutti pensavano scherzassi. Ora invece ci credo davvero.”E per quanto la sua candidatura sembri più una performance che un progetto concreto, la verità è che a Milano il confine tra spettacolo e politica non è mai stato così sottile.
Romeo lo sa, e gioca sul paradosso: “Io non voglio essere un politico classico. Voglio essere la voce di chi lavora, beve, ride, e si rompe le balle del traffico e delle piste ciclabili.


Tra ironia, cocktail e provocazioni, Filippo “Champagne” Romeo sembra incarnare la versione 4.0 della vecchia Milano da bere: quella che sogna grande, si muove di notte e crede ancora che, con un po’ di fortuna e una buona dose di faccia tosta, si possa arrivare ovunque — anche a Palazzo Marino.


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