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Sciopero dei trasporti ridotto: lo sbattimento rimane, ma solo a metà!

E alla fine riduzione fu. Per una volta le preghiere di tutti gli Imbruttiti sono state ascoltate. Almeno a metà.Dopo lunghe e complicate riflessioni, è stato finalmente annunciato che lo sciopero di domani sarà ridotto a sole 4 ore, invece delle 24 preventivate inizialmente. Come vi avevamo già detto, erano previsti ben due venerdì di […]

E alla fine riduzione fu. Per una volta le preghiere di tutti gli Imbruttiti sono state ascoltate. Almeno a metà.

Dopo lunghe e complicate riflessioni, è stato finalmente annunciato che lo sciopero di domani sarà ridotto a sole 4 ore, invece delle 24 preventivate inizialmente.
Come vi avevamo già detto, erano previsti ben due venerdì di agitazioni, quello di domani (27 ottobre) e quello del 10 novembre.
Oggi, da Atm, arriva la comunicazione che i disagi riguarderanno solo la fascia oraria del mattino, tra le 9 e le 13, in seguito alla decisione del Ministero dei Trasporti.

«Il provvedimento si è reso necessario ed urgente allo scopo di evitare un pregiudizio grave ed irreparabile al diritto di libera circolazione costituzionalmente garantito», spiega Delrio. Tra le motivazioni che hanno spinto a imporre un mezzo passo indietro anche il sovrapporsi del blocco delle auto, resosi necessario in diverse città, tra cui – neanche a dirlo – Milano, per limitare la crescita dei livelli di smog, ben sopra la soglia di guardia.

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Inizialmente, lo stop ai mezzi pubblici e ai treni era previsto dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 fino al termine del servizio per gli autobus e i tram. Per la metropolitana l’astensione dal lavoro era nella sola fascia pomeridiana dalle 18 al termine del servizio. Questo significa che la metro dovrebbe funzionare regolarmente, mentre al mattino qualche disagio potrebbe interessare i pendolari e tutti quelli che si muovono con mezzi di superficie.

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Lo sciopero vuole attirare l’attenzione sulle «politiche economiche e sociali del governo Gentiloni, del tutto allineate a quelle distruttive dell’Unione Europea». I sindacalisti chiedono di «abolire le disuguaglianze salariali, sociali, economiche, di genere e quelle nei confronti degli immigrati» e lottano per ottenere «aumenti salariali, riduzione generalizzata dell’orario di lavoro e investimenti pubblici per ambiente e territorio».

Motivazioni sacrosante, che troverebbero anche l’appoggio della gente se non fosse per la scelta di alzare le mani sempre e solo di venerdì.

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