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Ho passato una settimana senza social e internet: vi racconto come è andata!

Il senza qualcosa è il mantra dell’era dei social e internet: wireless, paperless, senza olio di palma. Insomma, senza tutto Pheega! Per stare sul pezzo però, una cosa non può proprio mancare: i Giga. Sempre più Giga. Giga is money. E se invece si volesse fare a meno proprio dei vari Facebook, Twitter, WhatsApp, Google, […]

Il senza qualcosa è il mantra dell’era dei social e internet: wireless, paperless, senza olio di palma. Insomma, senza tutto Pheega! Per stare sul pezzo però, una cosa non può proprio mancare: i Giga. Sempre più Giga. Giga is money. E se invece si volesse fare a meno proprio dei vari Facebook, Twitter, WhatsApp, Google, Instagram e compagnia cantante? La vita sarebbe ancora normale come quando gli smartphone non esistevano proprio?

Complice un periodo stressante ho deciso quindi di provare. Ho limitato al massimo l’utilizzo di internet per una settimana. In pratica si sono salvate giusto le mail di lavoro e poche ricerche connesse (vale sempre il detto: prima il fatturare e poi il filosofare!).

1_Lunedì.

Connessione dati disattivata e si parte. Il primo viaggio in metrò mi fa prendere coscienza del fenomeno. La stragrande maggioranza delle persone è china sullo smartphone, qualcuno manda vocal message a nastro, pochi leggono (spesso da un e-book). Restiamo a testa alta io e un tipo che suona la fisarmonica. Credo anche il conducente del treno (o forse lo spero). All’ingresso sono riuscito ad agguantare un Free Press (figa, ma li stampano ancora?). Provo a scrollare e il dito si smerda di nero. Effettivamente nell’articolo si parla di smog e polveri sottili. L’inchiostro sulla pelle mi fa sentire dentro la notizia. Altro che tablet, il bello della diretta è qui…..

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2_Martedì

Mi trovo in Isola per una visita medica di routine. Non sono pratico del quartiere e non potendo consultare Google Maps decido di affidarmi ai metodi di una volta: chiedere indicazioni ai passanti. Il primo crede che gli voglia spillare del cash e mi dribbla senza staccare gli occhi dallo schermo. La seconda accelera il passo, continuando a registrare il messaggio vocale. Il terzo mi dice che la firma contro la droga non la mette perché lui è a favore. Dopo un po’ di tentativi mi sono anche beccato del Giargiana a passeggio. Nessun uomo è un’Isola, ma in questo momento io sì….

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3_Mercoledì

Il mood solitudine domina. Chissà cosa sta succedendo su WhatsApp e Messenger? In quei goliardici gruppi tra amici in cui circolano cazzate a ogni ora del giorno e della notte. Inizio quindi a fare chiamate a nastro. Giusto per sapere come butta. La reazione è tragicomica. Tutti si stupiscono di sentire la mia voce live in settimana. Qualcuno pensa che sia successo qualcosa di veramente brutto e si spaventa. Quando spiego che non posso più partecipare alle animate discussioni digitali su calcio, politica e figa perché sto facendo un esperimento di detox digitale, vengo espressamente invitato ad andare a fatturare. E a farmi vedere da uno bravo….

4_Giovedì

E’ assodato: stare senza internet è una nuova forma di eresia. Sentendomi come un cospiratore dei tempi moderni inizio a cercare qualche mio simile per fare gruppo. Individuo con precisione il mio target: quei pochi che non hanno ancora Facebook. Loro sì che sapranno comprendermi. Scelgo un mezzo di comunicazione soft, l’ormai arcaico SMS. Con mia estrema meraviglia nessuno mi c**a di striscio (scoprirò molto più tardi che mi avevano risposto tutti su WhatsApp).

5_Venerdì

Ormai mi sto (ri)abituando a certi rituali vintage. Il telegiornale alle 20, la pubblicità durante i film (e se devi andare in bagno te la tieni sino alla pubblicità), sentire le partite alla radio. Alla fine è un mondo che ho vissuto e riconosco. Peccato che le mie relazioni sociali siano concentrate su una sola categoria: i pensionati. E proprio discutendo animatamente con uno di loro, circa i costi e tempi di un cantiere della M4, penso che il mio interlocutore, pur se con qualche acciacco, non se la passa poi così male. Se ne fotte di tutto e non si immagina nemmeno lontanamente di contare i like all’ultimo post pubblicato. Mentre penso che per me la pensione forse non arriverà mai, mi accorgo che un millenial ha scattato una foto con l’iPhone 7. Magari domani il mio nuovo amico ed io finiremo sulla timeline Imbruttita in un meme epico (L’Apprendista). Thanks to Fattiic***ituoi!

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6_Sabato

Finalmente il weekend. Totalmente sprogrammato. Chissà quanti millemila eventi mi saranno stati segnalati sui social e io sono qui, come un pirla, a non sapere come occupare i tanto sudati due giorni di libertà. In piena crisi esistenziale sono entrato in un bar e ho iniziato a replicare i modelli di Facebook: il commento accazzo. Ne avevo da dire una su tutte, non avendo più un luogo dove dirlo ho pensato fosse socialmente accettabile rompere i coglioni al prossimo. I bar però non sono più quelli di una volta e il leone da bancone non ha tanti followers come quello da tastiera. Un barista hipster (che manco sapeva cosa è il Punt e Mes, vergogna!) mi ha gentilmente accompagnato all’uscita.

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7_Domenica

Si vede la luce in fondo al tunnel. Mentre sto per riaccendere la connessione dati sono sui Navigli e la gente fa foto al tramonto. Tempo zero e posteranno lo spettacolare #sunset #nofilter su millemila profili alla disperata ricerca di like. Penso a questa settimana e soprattutto alle cose positive. Sono stato concentratissimo, fatturando come se non ci fosse un domani. Ho conosciuto persone nuove. Ho letto due libri (oltre a scrivere questo breve diario). Mi sono stupito di fronte a cose che i social non ti fanno nemmeno vedere, semplicemente perché distanti dal mainstream. Ho avuto tempo per perdermi e poi per ritrovarmi. E non è stato così male………CLIC………600 messaggi WhatsApp, notifiche Messenger come se piovesse….domani è lunedì!

PS: una mia immagine post esperimento di digital detox

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