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Lifestyle
rientro-in-office

Sono andate bagai, e allora facciamocene una ragione e salutiamole queste benedette vacanze. Ormai – chi da pochissimo o chi tra pochissimo – si torna tutti alla routine, con le metropolitane intasate, le code in tangenziale, i clacson delle auto che strombazzano ancora prima che il verde scatti, lo sbatti di trovare il posto per parcheggiare, le riunioni di prima mattina più disagianti di una MoBike piazzata nel Naviglio, e bla bla bla… ok, la sappiamo la storia.

Beh, è chiaro che nessuno impazzisca dalla gioia nel tornare a fatturlandia; anche l’Imbruttito se ne stava bene bene in baita tra una sciatina e l’altra, ma quando il primo trimestre chiama, lui, sguardo sveglio e iPhone in alto, risponde.

C’è invece chi torna DAGGIÙ, dopo aver passato le feste al paesello in Giargialandia dove, in cambio dei 5 kg presi a tavola, ha lasciato la gioia di vivere per riavvicinarsi a Milano, in treno o in macchina, con gli stessi occhi di un bambino di tre anni con 50 carie che viene portato dal dentista: UNA TRAGGEDIA.

Due mondi che non vorrebbero mai incontrarsi e che, invece, sono costretti a ritrovarsi nello stesso spazio, davanti alla stessa stampante, nella stessa sala riunioni, durante la stessa pausa pranzo. Ma non potranno mai, e poi mai, trovarsi davvero, capirsi o supportarsi. A causa, soprattutto, di 5 piccole enormi differenze che Imbruttito e Giargiana vivono nel rientro in office. Eccole (e bentornati).

1_Ready to go vs lacrime al caffè

 

L’Imbruttito rientra in ufficio il primo giorno e, dopo un ginseng, due sbuffate e, al massimo, un accenno su come le piste di Cortina di quest’anno non siano state il TOP, ha già portato entro pranzo al boss quattro report e («anche se tanto quello poi non capisce un ca**o») tre proposte di business per il prossimo anno.

Il Giargiana no: dopo aver acceso il pc ha deciso di lasciarlo da solo a carburare qualche ora, come fa con la Panda scassata di zì ‘ntonio chemminchia se no non parte più, e si riversa con lo sguardo basso alla macchinetta del caffè, mostrando con gli occhi lucidi e in rigoroso ordine a chiunque lo saluti le seguenti fondamentali novità: la pancia quanto è cresciuta maronnmiaquantohomangiato mozzarelle e fritti pure con il latte la mattina e mo c’ho sti 5 kg, ma «è tutta salute mi dice mammà»; la foto del paesaggio DIGGIÙ che qui a Milano non ne avete così ma che ne sapete; l’imperdibile video del nipotino che dice la poesia di Natale sulla sedia DIOMMIOQUANTOÈCRESCIUTO, che emozione, che sembra tutto suo nonno.

2_Lo scoglio delle mail arretrate: sempre sul pezzo vs OUOF (out of office foreva)

 

Per l’Imbruttito questo è un falso problema: lui l’Out Of Office nemmeno lo ha impostato, e la sua vera vacanza senza fare un check mail è iniziata alle 23.30 del 31 dicembre ed è finita alle 10 del primo gennaio.

Il Giargiana no: a lui le mail in vacanza fanno più ribrezzo che il lardo di colonnata a un vegano, e quindi è dal 22 dicembre che non le apre. E mo? E mo è nu guaio: 1672 mail arretrate da vedere, alle quali ha prontamente fatto arrivare il suo Out Of Office. E ora che è tornato tutti lo ricercano. E lui allora prende tempo, comunicando che «sta ingranando» e che si farà sentire presto. Indicativamente, in realtà, a giugno.

3_La schiscia vs parti del cesto DAGGIÙ

 

Quella fetta di panettone in più non è ancora stata smaltita, senza dimenticare il doppio giro di prosecco del 31, e allora ecco che per l’Imbruttito si riprende con la schiscetta depurativa, ricca di quinoa, zenzero, topinambur e un po’ di tristezza quanto basta.

Il Giargiana no: prevedibile come un applauso a Luca Tommasini è tornato DAGGIÙ con il cesto di mammà, ricco di scorte di robbebbbuone e carico come se tornare a Milano significasse partire per un giro solitario nelle foreste della Nuova Zelanda. E allora in pausa pranzo ci si porta quello che c’è nel cesto, con pure qualche avanzo ancora buono dal cenone. E anche oggi si digerisce a maggio.

4_C’è chi ha già fatturato vs c’è chi sa quando

 

Il business è come il crimine: non dorme mai. Solo che il primo, a volte, fattura, e l’Imbruttito dal primo gennaio ha già emesso la sua n.1 del 2018. Perché per l’imbruttito fatturare è come andare in bicicletta (ovviamente quella in carbonio, con sedile in pelle e poggia iPhone): non si può dimenticare come si fa.

Fatturare? Mastiamocalmi. Che al paesello giù le fatture le fanno le streghe per il malocchio, mica chi lavora. Per queste cose c’è tempo per il Giargiana, e per lui parlare di cash è così volgare: prima prendiamoci un caffè insieme, poi una torta, poi andiamo a cena, poi facciamo un’altra riunione che l’anno è appena iniziato e mica vorremmo metterci subito a lavorare cumpà. E all’Imbruttito scatta in automatico l’orticaria power.

5_Ed è subito calendar vs l’ingestibile tragedia 

 

Premesso che l’anno dell’Imbruttito inizia a settembre e che Capodanno è solo l’inizio del Q1 fiscale, entro il 15 gennaio lui ha già calendarizzato le riunioni fino a marzo, individuato i prossimi ponti e stabilito in quali andare via e in quali no, definito le vacanze estive con aerei bloccati e alberghi prenotati, rinnovato la palestra, pianificato le spese e geolocalizzato il ristorante di sushi per i prossimi mesi.

Il Giargiana vive invece il ritorno agli impegni a Milano come se fosse intrappolato in Jumanji, nel pieno oblio, travolto da inquietudine e perdizione, senza capire cosa stia succedendo e perché, ma senza riuscire ad uscirne: non sa che farà domani, dove mangerà, chi lo aiuterà, con chi si vedrà e a che ora.

Insomma, dona anche tu un calendar a un giargiana: bastano pochi click per aiutarlo!

 

Credit immagine di copertina 1,2

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