Quanto sta spaccando la Pinacoteca di Brera: dopo Expo 2015 la sua crescita è inarrestabile, e anche lo scorso anno ha registrato numeri da record.
Nel 2017 sono stati 370K i visitatori della Pinacoteca, cioè l’8,7% in più rispetto all’anno precedente. Il sito del museo è visitato mediamente da circa 1.500 visitatori al giorno; merito anche delle iniziative promozionali messe in campo dal management. Non sappiamo quanto cash abbiano portato effettivamente nelle casse di Brera tutte queste visite, visto che i dati pubblicati sono contenuti nel Report 2017, una sorta di bilancio etico in cui non ci sono dettagli finanziari. Quello che sappiamo, però, è che il museo diretto da James Bradburne si è ciapato l’ottava posizione nella classifica per numero di visitatori tra i musei italiani, mettendosi davanti ai Musei Reali o al Museo archeologico di Venezia (lontanissimo, in cima, ci sono gli Uffizi).
Nel report, inoltre, c’è una sezione dedicata ai restauri effettuati e alle indagini di riflettologia, che oggi interessano 300 opere della Pinacoteca. Lo scorso anno, evidenzia il documento, si è spinto molto sui servizi educativi e sulle pubblicazioni, anche per i più piccoli.
Ma da qualche giorno nella struttura di Via Brera qualcosa di nuovo c’è, qualcosa che intreccia cultura e radicalchicchismo a manetta: è Bottega-Brera, il nuovo bookshop-boutique (situato alla sinistra del cortile d’ingresso di fianco alla Sala della Passione). Il nuovo shop, gestito dalla casa editrice Skira, non solo punta sul classico merchandising ma anche sui prodotti Made-in-Brera(-mio-dio-ma-veramente) come il profumo Rosa di Brera.
Di prossima apertura il Caffé Fernanda, dedicato alla ex sovrintendente Fernanda Wittgens, realizzato all’ingresso, proprio dove c’era il precedente bookshop.
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