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Lifestyle News
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Ve li ricordate i Tribalistas? È un gruppo musicale brasiliano composto dal poeta e artista Arnaldo Antunes, il percussionista Carlinhos Brown e la cantautrice Marisa Monte, uniti per quel progetto di album omonimo del 2003 che alla fine, fuori dal Brasile, ha prodotto un solo capolavoro che ci ha frantumato i maroni anni fa: Ja sei namorar.

La novità? Arrivano per la prima volta in Italia. Ed è subito febbre da anni ’00.

No, non si è aperto uno stargate temporale, è tutto vero.

Due tappe italiane per loro, tra pochi giorni, nel primo tour fuori dal Brasile: l’8 novembre saranno a Milano al Teatro degli Arcimboldi, mentre l’11 saranno a Roma all’Auditorium Parco della Musica

Boom per chi negli anni 2000 stava attaccato ad Mtv o Viva TV e ricorderà di certo quel tormentone, orecchiabilissimo, bellissimo, con quel video fatto direttamente in studio di registrazione nel quale cantavano una tipa bassetta carina, uno in stile rastaman con gli occhiali da sole e un tizio più brutto di Massimo Ceccherini. Probabilmente uno ogni mille avrà capito la metà del testo, ma tutti la cantavano e mettevano nel lettore cd dopo averla scaricata da eMule.

E in quei Cd comprati a un euro alle Messaggerie, elaborati a casa, classificati con l’Uniposca aggiungendo dei naming specifici quali SERATE, MACCHINA, ESTATE 2002 o simili, abbiamo piazzato diverse canzoni spesso super trash, di cantanti che, dopo quel successo, potrebbero pure aver aperto un panificio vegano nell’Ohio o vendere Caffè Borghetti allo stadio, che tanto a noi non cambia nulla: hanno fatto quella canzone, quanti ricordi, per il resto chissenefrega.

E tra quelle canzoni one shoot come non ricordare in ordine sparso:

Dragostea Din Tei

 

Era il 2004, con Haiducii. Tradotto in italiano, il titolo è l’amore del tiglio, e questo lo sanno in pochi. Era una cover, e forse lo sanno solo i moldavi, dato che  è la canzone più conosciuta del gruppo moldavo O-Zone. Ma tutti sanno ricordare Vrei sa plessa numa numa yeeee numa numa yeeeee (libera mia interpretazione – e di molti – del testo).

Voce Me Apareceu

 

Anno 2003, ancora Brasile, sono i Kaleidoscopio. Lei con pettinatura alla Neymar, loro che suonano in maniera più finta di un insulto tra corteggiatrici di Uomini&Donne. Ideale per un ballo dopo essersi sparati un Invisibile alla Fragola. Ideale per una nuova edizione di Matricole e Meteore oggi.

Asereje

 

Il sorriso e la vergogna. 2002, from Spagna, con le Las Ketchup. Un testo inutile e un ballettino ignobile.

Tutta l’estate.

Poi, desaparecido.

Meraviglioso.

Chiuhuaha

 

Dj Bobo. 2003. Guardiamoci allo specchio e cerchiamo di ricordare il motivo per cui abbiamo cantato, almeno una volta a labbra semichiuse «Chihuahua here, Chihuahua there, Everybody wants it everywhere…».

La camisa Negra

 

2004, Juanes. Pure il Rock spagnolo tra gli artisti One Shoot del 2000. In un video che mixa abilmente ambientazioni da periferia iberica con soluzioni da Freestyler dei bomfunk mc. Con coreografie e balli che manco Luca Tommasini (che comunque ringraziamo).

Para No Verte Mas

 

Quasi 2000, (1999 per la precisione). Erano la Mosca Tse-Tse dall’argentina. Un po’ Roy Paci e un po’ Dottor Male, super botto con questa canzone per poi volare via…. (scusate, non ce l’ho fatta)

WWW mi piaci tu

 

Qui mi scoppia il cuore. Anche noi italiani abbiamo fatto la nostra parte, e che parte. I Gazosa, 2001, in un video con Meghan Gale e strumenti più grandi dei cantanti. Chi dimentica è complice, mentre chi sa perché non hanno partecipato allo Zecchino D’Oro lo spieghi.

Quindi per risentirli live, dai Tribalistas in poi, ci sono due soluzioni: o fate concerti da una canzone (format discutibile) o tirate fuori un bel Festivalbar 2000 revival (con Amadeus e la Marcuzzi vi prego).

Intanto agli Arcimboldi arrivano i Tribalistas. Amore vero di origine brasileira, altro che Amore e Capoeira.

Credit Immagine di copertina

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