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Lifestyle
treno-soppresso

Pendolare
/pen·do·là·re/
aggettivo e sostantivo maschile e femminile

  1. Aggettivo
    Relativo al pendolo o che ha analogia col suo movimento.
  2. Aggettivo e sostantivo maschile e femminile
    Lavoratore o studente che quotidianamente si sposta dalla località di residenza per raggiungere quella della propria attività.
  3. Edit 2018
    Lavoratore o studente che quotidianamente spera di raggiungere una località senza invocare la Madonna, il Clero o Papa Ratzinger in circa 20 minuti e non in tre moti di rivoluzione terrestre.

Avete presente quando ci dicono: «Ma non ti lamentare, c’è sempre chi sta peggio»?

Ecco, si scordano che noi il peggio lo tocchiamo quotidianamente dal 2003 con l’essere pendolari. E così come Omero ebbe le imprese del suo pelide Achille, il regno degli dei dell’Olimpo e i signori della guerra ebbero Xena, l’odierna rottura di coglioni è ben rappresentata dalla categoria di noialtri assidui clienti dello sposta-poveri per antonomasia: il treno. Si narra, infatti, che di un pendolare si sappia sempre da dove e quando esca di casa, ma mai quando rientri.
E a questo genere di disagi, se ne aggiungono altri:

Il vestiario di un pendolare non segue l’avvicendamento naturale delle stagioni ma le temperature del treno. Esce di casa alle 7 di mattina con tanti strati che neppure la mummia di Tutankhamon per sopravvivere al leggero microclima lappone di -64 gradi delle carrozze; al ritorno, verso le 17, costume da bagno, pareo e due palette per raccogliere la sabbia nel culo che escursioni climatiche del genere lasciano.

• Un pendolare deve imparare la premeditazione. Esempio: appuntamento alle 9, treno da prendere alle 8:02 per arrivare in anticipo di quei 10 minuti, addirittura facendo bella figura. Tutto perfettamente ad hoc, sembrerebbe. In realtà: appuntamento alle 9, il treno da prendere è quello di due giorni prima perché ha accumulato 7284 minuti di ritardo, in fila per sei col resto de col cazzo che arrivi in orario pure oggi.

• Una volta raggiunto un allineamento planetario tale da far sì che un pendolare sia riuscito a prendere il treno, questo non significa necessariamente che tutto fili liscio. Il pendolare sa infatti che per 10 km ci vogliono 40 minuti. Per 20, due ore e mezza. Per 30 km farebbe prima ad andare in macchina o farsi venire a prendere dall’eliambulanza.

• Il pendolare non è antipatico, né arrogante, tantomeno sociopatico: ce lo hanno fatto diventare.
Infatti, più che un viaggio, diventa un cammino antropologico tra:

– signora messicana che urla con la madrepatria convinta che la propria voce possa raggiungere il Messico direttamente dal vagone e non attraverso il cellulare;
– fiatella del compagno di viaggio all’eau de morto alle sole 7:14 di mattina;
– il ragazzo pr che ascolta la musica senza usare le cuffie, convinto probabilmente d’essere David Guetta quando l’unica musica che vuole sentire il pendolare è l’assordante rumore di un vaffanculo;
– lo/a stronzo/a di turno che occupa un sedile per appoggiare le proprie cianfrusaglie: dallo zaino, alla borsa, a una pianta, al cane, a tre pentole fino alla propria maleducazione.

Ogni volta che un automobilista si lamenta per la coda di dieci minuti, un pendolare fermo nelle lande desolate di un paese chissà dove muore. Pensateci prima di lamentarvi.
Salvate i nostri pendolari dai dissennatori.
(E dalla loro povertà.)

Credits immagine di copertina

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