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L’altra sera, mentre guardavo le tristi immagini dell’incendio di Notre-Dame, un solo pensiero si è impossessato della mia povera mente: Figa il Duomo!

Mi sono lanciato sul mio macbook alla ricerca di un sito che trasmettesse le immagini in diretta da piazza Duomo, con la ricerca Google che nel frattempo non si capacitava di come una volta tanto non stessi cercando CAM di altro tipo. Alla fine ce l’ho fatta, tirando un fortissimo sospiro di sollievo. No, non va a fuoco ed è ancora lì, bello e luminoso come sempre. Nonostante questo, però, più di una pulce si è ormai impossessata del mio orecchio. Non posso fare a meno di chiedermi se un episodio come quello di Parigi possa verificarsi nella nostra Milano. 

La stessa domanda è stata in realtà posta anche a Francesco Canali, direttore dei cantieri della Veneranda Fabbrica del Duomo: «Notre-Dame ha una quantità di legno che è l’equivalente di 21 ettari di bosco, legno anche molto stagionato, visto che in parte era ancora quello originale della costruzione». Le notizie sono invece più confortanti per quanto riguarda il nostro Duomo dato che «tutte le strutture sono di marmo, laterizi e anche le coperture a volta sono in muratura». 

Ah, ma quindi che cazzo menefotteammeee, direbbe un sempre poetico Maccio Capatonda,  ma no, l’attenzione deve comunque rimanere alta considerato che il legno non manca nell’iconica costruzione meneghina. Un incendio rimane quindi un rischio da valutare considerato che il Coro, l’Organo, la Sagrestia e i quadri di San Carlo e della Croce sono tutti in legno. 

Per questo motivo gli impianti di rilevazione vengono costantemente aggiornati e l’ultimo upgrade risale a un paio d’anni fa. 

Ma quale sarebbe la procedura in caso di emergenza? «I dispositivi di segnalamento sono collegati a un computer e a un allarme che arriva al capo-cantiere», ha sempre aggiunto il direttore Canali, «di giorno la Veneranda Fabbrica ha sempre circa 50 operai in cantiere, una parte è addestrata a gestire le emergenze e con il Comando dei Vigili del Fuoco stiamo perfezionando l’interazione tra le due squadre, la loro e la nostra».

Seppure i materiali siano diversi, lo shock dell’incendio di Notre-Dame ha suscitato una serie di riflessioni su come sia fondamentale prendere i giusti accorgimenti in modo tale da consentire a queste costruzioni di sopravvivere nei secoli, come giustamente sottolineato dall’ingegner Canali: «Anche se fatti in materiali diversi, tra questi edifici non c’è differenza: perché la caratteristica che hanno è quella di avere tutti bisogno di continue cure». 

Quindi ragazzi non facciamo scherzi, altrimenti mi metto in piazza con un super-liquidator e spengo anche le sigarette accese. 

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