Narra la leggenda che gli zuccheri contenuti in questi mini ordigni nucleari abbiano vita propria una volta entrati in contatto con le papille gustative dei loro poveri e ignari consumatori. Più il cibo è colorato, più attira e miete vittime: è sempre stato così, basti pensare ai predatori in natura. L’unica differenza è che noi siamo solo golosi, affamati e tutt’altro che inconsapevoli dei rischi.
Lo sanno bene i Freakshake, che con i loro biscottini, zuccherini colorati, fettazze di torta di dimensioni bibliche, ciambelle grandi come salvagenti, marshmallow, merendine e fiumi di panna montata, ci ammaliano e attirano nella loro diabetica e diabolica trappola.
Questo update del semplice frappè è un mix esplosivo di gelato, latte e decorazioni varie ed eventuali a base di altri dolciumi. Roba che persino la strega di Hänsel e Gretel avrebbe qualche timore a riguardo.
Dove nasce Il freakshake è presto detto: Canberra (Australia), da un’idea della pasticcera Anna Petridis che, prima ancora del gusto, ha pensato a qualcosa che fosse fotografabile. E ci ha preso in pieno, tanto che la sua idea ha fatto il giro del mondo, così come imitazioni e negozi ad hoc. I nutrizionisti però non approvano, in quanto uno di questi biberoni contiene una media di 39 cucchiaini di zucchero per un totale di 1280 calorie a bicchiere.
Obesità portami via, insomma. Per questo l’Action on Sugar e l’American medical association hanno chiesto che se ne specifichi su apposite etichette la pericolosità. Quel che è certo è che sono belli, ma poi di buono c’è solo lo scatto da postare sui social.
Provare – di finirne uno – per credere!
Credit immagine copertina, Credit immagine 1,2
Seguici anche su Instagram, taaac!