Intendiamoci, non è nostra abitudine disturbarvi con notizie provenienti da quell’oscuro posto chiamato Francia, ma questa storia merita assolutamente di essere raccontata.
Una di quelle che, per intenderci, nell’enciclopedia della memorabilità meriterebbe un intero capitolo dedicato.
La corte di appello di Parigi ha intimato a una ditta di costruzioni ferroviarie di risarcire la famiglia di un dipendente morto circa 6 anni fa durante un viaggio di lavoro.
Cosa ci sarà di strano, direte voi? Nulla, se non fosse che il dipendente di questa compagnia è morto di infarto in una camera d’albergo durante un adultero rapporto sessuale che, ahimè, continua a non rientrare negli oneri e doveri dei contratti a tempo indeterminato di questo ingiusto paese chiamato Italia.
La posizione della ditta era sempre stata quella di rimarcare come il decesso fosse stato palesemente causato da fattori esterni e che l’atto stesso si fosse consumato in una stanza d’albergo diversa da quella pagata dall’azienda.
Di diverso avviso sono stati però i giudici, che hanno dato ragione ai familiari della vittima, rimarcando il principio secondo cui durante le trasferte di lavoro debbano essere tutelati anche il tempo di viaggio e quello di riposo, facendo di questa una piuttosto atipica morte sul lavoro.
Scusate, ma ora devo scappare, sono alla dogana. Qualcuno saprebbe dirmi come si dice vorrei prendere residenza in francese?
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