I film con protagonisti gemelli che si scambiano d’identità per combinarne di cotte e di crude sono tantissimi. Sabbiamo bene però che nella realtà le cose non sono così facili.
Lo ha imparato sulla propria pelle la donna protagonista di questa vicenda, una 43enne di origini pugliesi residente nel riminese. Siamo a Cattolica, nel primo pomeriggio di mercoledì scorso. La polizia stradale ferma una donna a bordo di una moto Yamaha che dichiara di aver lasciato i propri documenti a casa. Niente paura, siamo nel 2019 e ormai tutto si fa per via telematica.
La centaura fornisce così le proprie generalità e, dopo un rapido controllo, tutto sembra essere regolare. Peccato per quel piccolo dettaglio che, neanche a dirlo, ha insospettito gli agenti della Stradale. Il nome fornito dalla sbadata centaura appartiene a una donna che ha una sorella gemella.
A dispetto delle tante barzellette sui Carabinieri, gli agenti non si sono lasciati ingannare e, insospettiti, hanno provato a mettere alle strette la motociclista. Alla fine la donna è crollata, ammettendo di aver dato il nome della gemella perché sprovvista del documento di identificazione.
Per lei è subito scattata una maxi multa da 5mila euro e il fermo della moto per tre mesi. Peccato che quella stessa moto fosse di proprietà della coinquilina della donna che, inutile dirlo, era ignara di tutto.
Articolo scritto da Francesca Solazzo
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