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Chi ha paura dell’aria cattiva? A quanto pare, a Milano, quasi nessuno. Questa città continua ad avere il tasso di motorizzazione più alto tra tutte le colleghe europee di analoga dimensione, dedica buona parte della sua superficie ai parcheggi per le auto, impone limiti ancora troppo blandi al loro transito su tutte le arterie, interne ed esterne, e ha un’infrastruttura ciclabile decisamente inconsistente.

L’allarme arriva dall’Associazione Cittadini per l’Aria – e già il nome ha in sé la sua mission – che si presenta come “un gruppo di persone che hanno scelto di impegnarsi per difendere il diritto degli Italiani di respirare aria pulita”. Il dato preoccupante che lancia riguarda proprio le ultime settimane: “dal 28 dicembre scorso a oggi sono stati superati ogni giorno i limiti di legge sullo smog, superando persino i livelli delle megalopoli cinesi”. Ma non solo: “ogni milanese in media perde un anno e mezzo di vita a causa dello smog; Milano è la 22esima città al mondo per tasso di mortalità da smog e la numero uno per tasso di mortalità da smog derivante da trasporto”. E detta così, un po’ di paura viene. Ma di chi è la colpa? Di tutti, ovviamente, nessuno è esente da responsabilità: cittadini e pubblica amministrazione dovrebbero rimboccarsi le maniche, perché è proprio dalla coscienza del singolo che si deve partire, in casi come questi, per assestare un’inversione di marcia, necessaria e risolutiva, a una bomba a orologeria che ci ronza sulla testa.

L’Associazione Cittadini per l’Aria crede che il momento per questa azione di svolta sia arrivato, che non ci sia più tempo da perdere. E la campagna per cui oggi si batte punta in primo luogo alla sensibilizzazione sui rischi derivanti dalla piaga dello smog, dei quali – appunto – i milanesi non paiono assolutamente consapevoli. Eppure sono tante le contromisure che si potrebbero attuare, prendendo spunto, ad esempio, dai concittadini cinesi che ormai educati sul tema siamo abituati a vedere quotidianamente a spasso per la città muniti di mascherina, cosa che noi, ancora troppo ottimisti – ma fondamentalmente non sufficientemente informati – consideriamo una posa da sfigato che non ci appartiene.

Questa informazione capillare è fondamentale per i Cittadini per l’Aria che mirano a raggiungere tramite la stampa il maggior numero di persone possibile, affinché tutti conoscano “i rischi che stanno correndo” e “le azioni concrete che possono mettere in atto per migliorare insieme la nostra città”. Perché – spiega Federica Carnicelli dell’Associazione – “la situazione non cambia ormai da decenni, ma se ci diamo per vinti non potremo garantire un futuro migliore ai nostri figli”.

Noi abbiamo raccolto l’appello. E voi, cosa ne pensate? Cosa si può fare per migliorare la situazione?

Articolo scritto da Maria Teresa Falqui

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