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«Se è vero che un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso, come dice Daniel Pennac, allora avvicinarsi alla lettura può aiutare a superare le difficoltà della malattia. È con questo spirito che l’Asst Gaetano Pini-Cto ha chiesto all’area biblioteche del comune di Milano di ospitare i lettori volontari, le voci del Patto di Milano per la lettura». Con le parole della direzione sanitaria del Pini vi introduciamo la notizia di oggi.

Dal 21 gennaio, ogni martedì dell’anno verso le 16.30, alcuni volontari leggeranno ad alta voce nelle corsie d’ospedale per intrattenere pazienti e caregiver e tener loro un po’ di compagnia. La bella iniziativa ha preso il via dal Polo Fanny Finzi Ottolenghi per poi esser replicata anche al Pini e al Cto.

A spiegare il perché di questa scelta è Maria Paola Pirola, Direttrice Socio Sanitario Pini CTO: «Sono noti i benefici della lettura soprattutto in termini di miglioramento della gestione dello stress. Quando la lettura è corale si moltiplicano tali effetti positivi e anche la sfera delle relazioni se ne avvantaggia. E allora ci sembra importante questa iniziativa che attraverso la collaborazione tra istituzioni propone attività di supporto della comunità verso persone portatrici di disabilità, temporanee o croniche, durante il loro soggiorno ospedaliero. Oltre ai benefici riscontrabili in tale contesto non è da sottovalutare l’effetto della promozione della lettura che, se mantenuta anche al rientro al domicilio, crea un circolo virtuoso in grado di coinvolgere sempre più individui».

Il macro progetto si intitola MovimentiAmo e promette di creare delle «comunità tera­peutiche in grado di offrire ai cittadini milanesi e a target specifici, come per esempio i malati cronici e para-tetraplegici, momenti ludico ricreativi utili per promuovere “competenze di salute”, al fine di rende­re più facile e accettabile l’adozione di uno stile di vita attivo».

Ed è qui che entrano in scena i 400 lettori volontari del Patto di Milano: lo strumento adottato dalla città per diffondere la cultura del leggere anche a chi non è affine, rendendola un’abitudine sociale diffusa in quanto diritto fondamentale di tutti i cittadini.

Quale posto migliore dunque di un ospedale e del suo pubblico eterogeneo?

Credit immagine copertina

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