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Da ATM ad APM il passo è breve – e no, non stiamo parlando della nostra azienda di trasporto pubblico; ma di cosa si tratta? Se ATM, aka Automated Teller Machine, nient’altro è che il bancomat, ecco che APM diventa Automatic Prosecco Machine, e la traduzione è del tutto superflua, soprattutto perché non si tratta di uno scherzo ma di una reale trovata in salsa british.

A Londra, In Glouchester Street, non lontano da Victoria Station, dove fino a poco tempo fa era installato un comunissimo bancomat di una filiale, ora è apparso un distributore di bollicine, e siccome il mondo è bello perché vario ed è giusto accontentare i gusti di tutti, è evidente che c’è chi preferisce che da un bocchetta automatica vengano sputati bicchieri di spumante piuttosto che semplici sterline. L’idea è firmata da Vagabond Wines, lungimirante catena di enoteche londinesi presente con 8 punti vendita in tutto il territorio cittadino, che ha scelto per l’installazione di questa originale macchina un luogo nevralgico della città, come riportato dalla rivista americana Forbes, la prima a raccontare tale iniziativa tramite la pubblicazione di immagini del primo APM estratte dai canali web e social della Vagabond Wines.

La caratteristica del bancomat del Prosecco è che erogherà non più di un calice per volta, allo scopo di incentivare il consumo moderato di alcool e non – come potrebbe sembrare a prima vista – un incoraggiamento del tutto opposto.

Tutto bellissimo, no? In realtà l’idea è buona e abbastanza Imbruttita tanto da stimolare – diciamocelo – un immediato desiderio di replica su suolo italiano, ma… c’è un ma. Insomma, l’ape lo abbiamo inventato noi, figa. E pure il prosecchino è roba nostra (non dite che non lo avete pensato). Nello specifico, poi, “il prosecco è un vino bianco a Denominazione di Origine Controllata prodotto in Veneto e Friuli-Venezia Giulia” e, per questo, la rivendicazione da parte del Consorzio di tutela del Prosecco DocTreviso non si è fatta attendere, soprattutto in merito “all’illegittimo riferimento alla denominazione Prosecco apparso sul distributore londinese”. Il Consorzio ha fatto sapere, attraverso le parole del proprio Presidente Stefano Zanette, che “si tratta evidentemente di una frode nei confronti dei consumatori inglesi, oltre che un serio danno di immagine per la nostra denominazione” e che “al netto di quanto accaduto nel Regno Unito, [il Consorzio] agirà in tutte le sedi contro chiunque, in Italia e all’estero, continuerà a somministrare del vino alla spina vendendolo come Prosecco, cosa non ammessa in alcun modo dal disciplinare vigente.”

Bene, e ora che i puntini sono stati messi sulle i, a noi non resta che aspettare di vedere sorgere un APM al posto di un vecchio ATM dismesso. D’altra parte, se comparisse da queste parti, nessuno avrebbe nulla da ridire in merito alla denominazione utilizzata, questo è pacifico. Anzi, chi mai si potrebbe offendere se l’erogazione prevedesse anche qualcosa di più elaborato, che so, un negroni?

Articolo scritto da Maria Teresa Falqui

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