In una settimana anomala come quella che stiamo vivendo, tra la paura legittima della cittadinanza e le restrizioni sacrosante volute dalle istituzioni, l’intera regione si è fermata.
Un’ordinanza regionale ha imposto la chiusura di cinema, teatri, luoghi di ritrovo, palestre, discoteche e bar (sebbene per questi ultimi il provvedimento sia stato ridimensionato nelle ultime ore): una decisione necessaria e sofferta per arginare il diffondersi del Coronavirus, che potrebbe però avere effetti devastanti per la nostra economia. Per Milano, per la Regione Lombardia e – conseguentemente – per l’intero Paese. In molti, come testimoniamo da giorni sul nostro profilo Instagram, hanno la fortuna di poter lavorare da casa in smart working – fortuna, esatto, perché di questi tempi poter lavorare è un privilegio, basti pensare alle partite Iva o a alle attività chiuse che a fine mese conteranno le perdite.
Il rischio di conseguenze economiche devastanti è però reale.
Nelle nostre mani, in questi giorni di noia (perché diciamocelo, non siamo abituati a passare tutto questo tempo in casa con le mani in mano, soprattutto la sera), è rimasto qualcosa: i ristoranti.
Nell’ordinanza non sono infatti contemplati. La volontà del provvedimento è evitare gli assembramenti di persone, come accade in stadi, discoteche e manifestazioni pubbliche, ma non nelle attività commerciali o in quelle legate alla ristorazione. Meglio sottolinearlo: se i ristoranti sono stati esclusi è perchè gli esperti ritengono non vi sia un rischio reale per la salute. Non c’è psicosi che tenga.
E allora possiamo – e, lasciatemelo dire, dobbiamo – prenotare un tavolo per il pranzo sotto casa, una cena di coppia o una chiacchierata tra amici. In questi giorni più che mai. A Milano, nella Regione – per chi abita fuori dalla Circonvalla – o, perché no, in Italia, sperando che questo appello raggiunga il maggior numero di persone possibile. Uscite e mangiate fuori. La vita, per fortuna, prosegue, e siccome prima o poi potremo davvero dire “anche questo Coronavirus ce lo siamo levati dai coglioni”, è meglio – detto terra terra – far girare un po’ l’economia, quel tanto che è nelle nostre possibilità, con un occhio al domani. Per ritrovarci senza virus e – per quanto possibile – senza recessione economica.
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