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In questa fase così nuova e così difficile, tra follia e paura a causa dell’ormai noto Coronavirus, spiccano anche gesti notevoli che mirano a dare un supporto. Economico, prima di tutto. È il caso di Esselunga, che dopo l’impennata delle vendite causata dall’ansia di molti che temevano, chissà per quale oscura ragione, che il Covid-19 li avrebbe privati di pane, zucchero, farina, olio e pasta (non le penne lisce, chiaramente), ha deciso di restituire un po’ di questi improvvisi guadagni per aiutare gli ospedali più impegnati sul fronte Coronavirus.

La nota catena di supermercati ha infatti deciso di donare 2 milioni e mezzo di euro agli ospedali e agli istituti impegnati nell’assistenza dei pazienti affetti dal virus e nella ricerca scientifica. Ecco gli ospedali destinatari della donazione: Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, Fondazione Irccs San Matteo di Pavia, Ospedale Luigi Sacco di Milano, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza e Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

Non solo: tra le altre iniziative messe in atto da Esselunga anche la consegna gratuita della spesa agli anziani, almeno fino a Pasqua, e un intervento straordinario di welfare del valore di 150 euro a persona per tutti i collaboratori dei negozi della catena. “Non possiamo stare fermi a guardare la difficoltà e la preoccupazione generale causata dalla diffusione del Covid-19 – ha spiegato Sami Kahale, ceo di Esselunga – Ognuno deve fare la sua parte. Esselunga, che ha sempre cercato di essere vicina ai territori in cui è presente, vuole confermare concretamente il proprio impegno. Vogliamo ringraziare medici, personale sanitario e ricercatori impegnati nel servizio alla comunità, i nostri collaboratori che nei negozi stanno lavorando instancabilmente e allo stesso tempo offrire un aiuto tangibile alle persone più anziane così come ai nostri fornitori, in non pochi casi piccole e medie imprese del territorio”.

Ma Esselunga non è l’unica azienda dal cuore d’oro. Anche il gruppo Armani ha deciso di dare il proprio contributo donando un milione e 250mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano, Spallanzani di Roma e a supporto dell’attività della protezione civile.

Ultima, in ordine di tempo, l’iniziativa a supporto delle terapie intensive lanciata da Chiara Ferragni e Fedez. Possiamo donare tutti, date un’occhiata qui.

E visto che di buone notizie ce n’è davvero bisogno, eccone un’altra: la ministra per l’innovazione Paola Pisano ha chiesto ai grandi nomi dell’industria digitale e tecnologica di aiutare, a modo loro, chi si trova bloccato nelle zone rosse di quarantena. Come? Attraverso servizi tecnologici e digitali che favoriscano, ad esempio, lo smart working o l’intrattenimento. Dodici le aziende che hanno già deciso di partecipare: Amazon Prime, Cisco, Connexia, Eolo, Fastweb, Gruppo Gedi, Ibm, Microsoft, Mondadori, Vodafone, Weschool e Wind. In particolare, Cisco, Connexia e Microsoft, hanno proposto soluzioni proprio per incoraggiare il lavoro da casa, ad esempio mediante la video-connessione a distanza. Eolo, Fastweb, Vodafone e Wind offriranno giga di connessione gratuiti (che almeno si cazzeggia al pc, spaparanzati sul divano), il gruppo Gedi ha in mente invece di regalare abbonamenti ai propri quotidiani in digitale. E poi ancora Amazon Prime, che offrirà l’accesso gratis ai suoi servizi di intrattenimento e Mondadori e-book, Ibm e Weschool che consentiranno l’uso di piattaforme per lo studio a distanza. Insomma, non c’è più nessuna scusa per non stare a casa. Del resto, con tutte ‘ste offerte, chi c’ha voglia di uscire?

Articolo scritto da Wendy Migliaccio

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