Cosa vogliono davvero le donne per la loro festa? Come vorrebbero passare l’8 marzo?
Non avendo nessuna idea di quale sia la risposta, e rifiutando con forza l’immagine di ragazzi mezzi nudi e mezzi unti che ballano per il mio diletto, ho deciso di indire un piccolo censimento.
Ho girato tra le mie amiche e l’ufficio, chiedendo alle figlie di Milano (non ha importanza se d’adozione o di nascita, Milano è una mamma generosa con un cuore grande e vuole bene a tutte nello stesso modo) cosa si aspettano da questa festa.
Con la speranza che le loro parole ci portino fuori da quello che oggi è l’immaginario più diffuso sull’8 marzo, cioè la sera in cui è quasi richiesto che una ragazza vada in giro in cerca di cazzo.
E se c’è una cosa che ho imparato nella vita, è che se vuoi una risposta, basta chiedere:
Bea, 30 anni di MilanoMilano
Alla mia domanda, Bea ha risposto in meno di 3 secondi: i biglietti per Milan-Arsenal che si gioca proprio l’8 marzo.
Non usciamo dalla zona manzo del cliché sopracitato, ma direi che siamo riuscite a dargli tutto un altro valore.
Aggiunge, e non parafraso: «Se vuole può regalarmeli il mio ragazzo, ma ci andrei comunque con la mia amica milanista».
Pare che i biglietti per il Milan siano uno dei suoi regali preferiti.
Ragazzo di Bea, ci leggi?
Irene, 29 anni di Caserta da 7 anni a Milangeles
Sono stata invitata alla celebrazione pensata da Irene. E mentre parlava io mi stavo già mettendo il pigiama.
Irene, l’8 marzo, vorrebbe invitare tutte le sue BFF a casa per uno sleep over di 24 ore.
Si parte la mattina con un brunch e si chiude il giorno dopo con dei cocktalini.
La sagra dell’utero e dei pancake fatti in casa, un mondo magico in cui l’unico contatto con l’altro sesso è attraverso le serie di Netflix.
Binge watching fino a farci seccare le cornee, per poi chiudere in bellezza con giochi da tavola e karaoke casalingo.
Se prendete il piano di Ire per la festa delle donne e ci aggiungete un 20-30 cuccioli di labrador, avrete la fotografia di come vorrei vivere la mia vita.
Robi, 26 anni di Parma da 7 anni a Milangeles
Inizia mettendo subito le cose in chiaro: nella realtà non lo farebbe mai, ma vorrebbe passare tutto l’8 marzo con la mamma.
E io qui sono già sciolta.
Ma Roberta non è un’ingenua, sa benissimo che le mamme si sopportano al massimo 4 ore e poi si scatena la Guerra Fredda che Russia e Usa ci fanno il solletico.
Robi vorrebbe portare la mamma a fare shopping, mangiare tutto il cibo che un corpo 26enne può sostenere e trovare il coraggio per dirsi tutte quelle cose che – tra madre e figlia – si dicono troppo raramente.
Dopo questo momento occhioni a cuore, la Robi rinsavisce e guardandomi fissa mi dice lapidaria «praticamente uno di quei giorni che puoi reggere massimo una volta l’anno».
Mikal, 30 anni di Enna da 4 anni a Milangeles
Sarà che superati i 25, e lo dico per esperienza, la cosa più bella di tutte è il dolce far nulla.
Mikal, con un candore quasi commovente, mi confida che vorrebbe la possibilità di decidere di fare niente quel giorno.
Ma proprio un cazzo.
Gran divano, film, libri ma anche giretti per la città a godersi il sole e le polveri sottili.
E senza nemmeno bisogno di troppa compagnia.
Riassumendo, il regalo perfetto per l’8 marzo di Mikal è non essere obbligata a passarlo al lavoro.
Dove devo firmare?
Marina, 32 anni di Pisa da 5 anni a Milangeles
Dopo una settimana di latitanza, Marina mi regala un momento bellissimo.
Il suo desiderio è semplice e geniale.
Per l’8 marzo vorrebbe che tutti gli uomini sperimentassero, anche per un solo giorno, il meraviglioso dono di avere il ciclo.
Senza cadere nel populismo, il motivo alla base è la comprensione: nella speranza che questa esperienza li cambi profondamente e faccia capire loro che the struggle is real for us.
Le mestruazioni non sono una scusa, sono qualcosa che ci succede davvero, a livello cellulare, ormonale e fisico.
E poi basta con questo alone di disgusto; e stasera quando tornate a casa date una carezza ai vostri fidanzati e dite loro: «Ringrazia il cielo che mi viene il ciclo e non ti sforno della prole ad ogni amplesso».
Il regalo di Marina è un regalo a tutte noi.
Silvia, 30 anni di MilanoMilano
In un mondo in cui i biglietti Milano-Sydney costano come un viaggio in metro, Silvia porterebbe tutte le sue amiche che vivono lontane, nella city da bere.
Unirebbe ad un solo tavolo il fuso di New York con quello di Milano, per una cena tra donne.
Sia chiaro: non a casa sua perché 1) non c’è spazio ché le amiche sono tante e 2) non sa cucinare.
Prendete appunti, chi volesse conquistare Silvia ha tempo fino alla prossima festività per regalarle un corso di cucina o un bel mutuo con cucina abitabile.
Caterina, 26 anni di MilanoMilano
Dopo due minuti di reticenza sul fatto che non sente in nessun modo il mood festivo dell’8 marzo, Caterina si lascia andare ad una grande rivelazione.
Il suo sangue meneghino le impone il festeggiamento fuori porta.
«Perché da brava milanese, la festa inizia quando lasci Milano».
Caterina sogna una Spa, bolle e bollicine, massaggi e montagne all’orizzonte. Non ha bisogno che nessuno le regali questa fantasia, perché lei se la regalerà da sola e ci porterà le amiche.
Nessuno mette Caty in un angolo.
Aurora, 33 anni di Vicenza da 10 anni a Milangeles.
Aurora è allergica alle festività comandate.
Nonostante riconosca la grandezza simbolica dietro l’8 marzo, il pensiero di dover per forza celebrare in un dato giorno una data ricorrenza, le fa venire l’eritema.
Ma sono riuscita comunque a scucirle, quello che credo sia il più bel modo di festeggiare la giornata dedicata alle donne a livello globale.
Aurora vorrebbe ricevere un carnet di biglietti per essere libera di comportarsi come un uomo, senza essere giudicata in quanto donna. Vorrebbe sperimentare questa inversione di ruoli, soprattutto sul lavoro. Vorrebbe poter essere volgare, ruttare e dire tutto quello che pensa senza venir bruciata sul rogo.
E per tutti i cromosomi XY che mi stanno leggendo: fidatevi, il rogo – anche metaforico- è una cosa attualissima ancora oggi.
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