La spesa ai tempi del Coronavirus. Questo è il problema! Il periodo di pandemia globale che stiamo vivendo ha portato al centro del dibattito le cose essenziali della vita. Una di queste è senza ombra di dubbio il mestiere di procurarsi senza rischi ciò di cui abbiamo bisogno per vivere: dal cibo ai prodotti per la persona e per la casa.
Dall’alto ci sentiamo continuamente ripetere che negozi e supermercati sono e resteranno aperti. Ok, ma questa affermazione apparentemente così perentoria può essere soggetta a mille interpretazioni. Quante volte ci posso andare? Dove è più conveniente e sicuro procurarsi generi di prima necessità?
Come su tutti gli argomenti, anche sulla spesa l’Imbruttito e il Giargiana dividono il pensiero umano. Arroccati su punti di vista differenti. Anzi, diametralmente opposti.
1_Quante volte?
L’Imbruttito ha messo in moto la melonera. Si va al super se e solo se si ha necessità. Non prima di aver tentato invano di cliccare il pomodoro nel corso di varie notti insonni. D’altronde non è che han svuotato la circonvalla per fare la coda davanti all’Esselunga.
Il Giargiana invece dimentica sempre qualcosa e deve puntualmente tornare al super in ora di punta. Si mette in fila senza mascherina generando panico tra i presenti con uno starnuto. Non preoccupatevi, è solo allergia…
2_La spesa di prossimità
L’Imbruttito, ben consapevole del ruolo fondamentale dei negozi di vicinato in questo periodo, ha preso accordi con il prestinè sotto casa. Si fa tutto tramite Whatsapp. Pagamento digitale, mi fai una videocall quando è tutto pronto e metti le michette nell’ascensore.
Il Giargiana pensa che la spesa sia un diritto acquisito quotidiano, come l’ora d’aria per i detenuti. Ogni giorno corregge a mano l’autocertificazione e parte facendo il giro di tutti i negozi del quartiere. Un litro di latte lì, due uova là (perché costano un centesimo in meno). Il pane? Mi metto in coda perché so l’ora in cui lo sfornano. Vuole discorrere di calcio, di politica e di massimi sistemi. I negozianti non ne possono più e la gente si accalca fuori. Stá sü de doss.
3_L’online
L’Imbruttito è entrato nel mood nazionalismo alimentare digitale. D’altronde il parmigiano proviene dall’Emilia. Il prosciutto San Daniele dal Friuli. Si potrebbe proseguire all’infinito a elencare le eccellenze gastronomiche del nostro Paese. E qui parte subito l’e-commerce gourmet da produttori locali di tutta Italia. Rischia il divorzio quando un corriere consegna alla moglie un sacco da 25 Kg di farina di grano Senatore Cappelli. Amore, l’ho ordinata direttamente dal mulino. Facciamo la pizza in casa?
Il Giargiana si è fatto da poco installare internet a casa. Prova a cercare qualcosa online, ma desiste quando capisce che non può pagare in contrassegno, ma solo con carta di credito. I giga illimitati, invece che per la spesa, finisce per consumarli giocando a campo minato su un PC del 1995 prestato dal cugino.
4_Le abitudini
L’Imbruttito sa che in tempi di guerra bisogna adattarsi a tutto. D’altronde la flessibilità è sempre stata il suo must. Non trovi la Scottex? Vanno bene anche i Rotoloni Regina. Finite le patate? Stasera carote. D’altronde la fidelizzazione al brand è una cosa da sfigati e da presentazioni stampone in Power Point.
Il Giargiana ha abitudini cristallizzate. Scolpite nella pietra. È capace di stare appostato per ore in attesa del camion con la Nutella. Si lamenta perché non trova le cose nei medesimi scaffali dove sono di solito. Qui una volta c’era il Dixan, perché ora c’è il Durex? Da buon Giargiana esprime poi le proprie rimostranze sui social oppure digitando il tasto 🙁 sulla colonnina che rileva la soddisfazione del cliente. Gli faccio vedere io a questi..
5_Lievito fai da te
L’Imbruttito è consapevole che mettere le mani in pasta è un grande esercizio di team building famigliare. Pane e pizza home made. Il problem solving si sviluppa quando si accorge che il lievito di birra è praticamente introvabile. Lì scattano tutorial su Youtube per fabbricare agenti lievitanti con altri prodotti (bicarbonato, aceto, limone..). Se non esplode la cucina, lo spirito di sopravvivenza trionferà…
Il Giargiana non sa come procedere. In frigo ha una Peroni ghiacciata che vorrebbe tracannare alla goccia, ma poi pensa che quella lattina gli possa essere utile per l’impasto. In questo stato di perenne indecisione decide di chiamare i parenti al paese. Visto che non vengo a Pasqua mi potreste spedire un pacco? Qui non c’è niente da mangiare…
6_L’organizzazione
L’Imbruttito ha già predisposto un piano d’azione step by step per razionalizzare al massimo le risorse, godendo comunque di un’alimentazione equilibrata. I freschi un po’ si mangiano e un po’ si trasformano e si surgelano. Tonno e pasta non devono mancare mai perché fanno il fondo della dispensa. Così come qualche genere di conforto, tipo vinelli vari. Oh, ma come è che prima spendevamo così tanto?
Quando torna dalla spesa grossa il Giargiana si sente proiettato nel paese dei balocchi. La prima sera consuma metà delle scorte mettendo in scena un all U can eat nel tinello per gratificarsi durante il periodo di quarantena. Dopo una bella indigestione il frigo già piange miseria.
7_La dieta
L’Imbruttito approfitta del periodo per mettersi in forma. Carboidrato pesato, cibo proteico e alimentazione ridefinita sulla base del fabbisogno calorico ridotto del mood #restaacasa. D’altronde la prova costume è lì a un passo…forse…
Il Giargiana di tartaruga conosce solo il suo lento ciondolare tra il divano e il frigorifero. Ad ogni decreto sul lockdown cresce di una taglia. Il giro di vite sulle misure non fa bene al girovita.
Qui si conclude la nostra acuta osservazione delle spese Imbruttite e Giargianesche ai tempi del Coronavirus.
Per molti di noi fare la spesa è sempre stata una (più o meno) piacevole parentesi settimanale. Ora è diventata una priorità assoluta per la sopravvivenza. Tutto è cambiato così di botto.
Non tutti eravamo pronti ad affrontare questa situazione. Per questo ci piacerebbe sondare la vostra opinione. Vi sentite più Imbruttiti o più Giargiana?
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