Uno dei problemi di chi fa spettacolo in questo periodo riguarda il pubblico. Nei programmi tv, ad esempio, si vedono solo conduttori e pochi ospiti, senza i classici spettatori presenti ad applaudire o intervenire. Stessa storia riguarda lo sport: i pochi che al momento hanno riaperto palazzetti e stadi lo devono fare necessariamente a porte chiuse. C’è chi però ha trovato una soluzione per dare agli sportivi la sensazione di essere osservati da un pubblico. E che pubblico.
Il primo campionato di calcio iniziato dopo la pandemia è stato quello della Corea del sud. Lo scorso weekend l’Fc Seul ha avuto la brillante idea di riempire gli spalti vuoti del World Cup Stadium con decine di bambole gonfiabili. Tutte con la mascherina, sia chiaro. Le sensuali donnine di plastica sono state piazzate sulle gradinate, immobilizzate in gesti di incitamento per la prima partita casalinga della stagione del Seul contro il Gwangju. Molte di queste bambole mostravano anche cartellini con i siti hard di riferimento (ricordiamo però che la pornografia in Corea del Sud è vietata). Prima dell’inizio della partita, infatti, una società di nome Dalcom si è offerta di riempire alcuni dei posti vuoti dello stadio con 30 manichini, 25 femmine e 5 maschi.
Chissà se le procaci e statuarie ragazze hanno stimolato o distratto i calciatori. Fatto sta che l’idea ha scatenato subito numerose polemiche e l’FC Seul è stato costretto a difendersi. “Siamo sinceramente dispiaciuti per aver messo i nostri tifosi a disagio – ha spiegato la società in un comunicato – Non sapevamo che i fornitori lavorassero nell’industria del sesso”. Mah, dobbiamo credergli?
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