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Bella Dentro è la frutteria antispreco di Milano che dovete assolutamente conoscere

Brutta ma buona: così potrà ben definirsi la frutta e la verdura in vendita nella nuova bottega antispreco che sta per aprire i suoi battenti in via Pergolesi – zona stazione centrale – a Milano.Una frutteria? Ma le botteghe alimentari non erano… alla frutta? Non tutte, soprattutto non questa che è molto più di un […]

Brutta ma buona: così potrà ben definirsi la frutta e la verdura in vendita nella nuova bottega antispreco che sta per aprire i suoi battenti in via Pergolesi – zona stazione centrale – a Milano.

Una frutteria? Ma le botteghe alimentari non erano… alla frutta? Non tutte, soprattutto non questa che è molto più di un semplice ortolano old-style, è un progetto ambizioso e innovativo che mira a combattere gli sprechi ortofrutticoli, dando valore a quella frutta e verdura buona ma bella solo dentro e, per questo, sistematicamente scartata durante i processi di distribuzione e commercializzazione dei prodotti.

Bella Dentro, non a caso, oltre a essere il nome della novella bottega, è anche quello del progetto nato 3 anni fa grazie alla volontà di due trentenni milanesi, Luca Bolognesi e Camilla Archi. Nel 2018, dopo essersi imbattuti in un articolo di National Geographic che illustrava le dimensioni e l’impatto socio-economico dello spreco produttivo nel comparto agroalimentare, mollano una sudata e avviata carriera professionale per dedicarsi a una nuova e nobile missione: combattere gli sprechi basati su canoni puramente estetici e non qualitativi, che creano un danno enorme agli agricoltori, all’ambiente e all’economia del Paese.

“La sfida è quella di dare nuova dignità a quei prodotti ingiustamente definiti scarto perché esteticamente brutti (ma belli dentro!) creando una filiera distributiva alternativa a quella esistente – spiegano Luca e Camilla sulla loro pagina web – un circolo virtuoso, capace di mettere in connessione i consumatori e i produttori, permettendo ai primi di fare un acquisto di buon senso e conveniente, e ai secondi di ottenere il giusto compenso anche per quella parte di produzione che prima non gli veniva valorizzata.” Prodotti buoni ma imperfetti, per difetti del tutto inevitabili e naturali nella vita di una pianta, che comportano uno scarto fisso di circa il 20% della produzione totale (e si arriva fino al 50-60% nel caso di grandine).

All’inizio Bella Dentro si preoccupa di acquistare questi prodotti, e raccontarli ai consumatori, per aiutarli a comprendere fuor di pregiudizio, oltre le apparenze. Camilla ha un passato nel marketing e questo le ha suggerito di affidare la comunicazione del progetto a una variopinta ape (quella su due ruote) che gira per le strade di Milano per far conoscere la loro startup tutta agroalimentare. “Non sapevamo quale sarebbe stata l’accoglienza – dice – avevamo bisogno di un test per comprendere se le persone avessero davvero voglia di comprare i nostri prodotti brutti, oltre a innamorarsi del progetto. E la risposta, fortunatamente, è stata positiva”.

Il salto, quello importante, arriva l’anno scorso con l’ingresso in società della Fondazione Social Veture Giordano dell’Amore, che consente all’ape di spegnere il suo motore e trovare una dimora stabile a Bella Dentro. Dopo tanto sbatti in giro arriva il momento dell’apertura di un punto vendita in città – prevista per la fine di ottobre – in attesa di trovare anche uno spazio con cucina per la somministrazione dei prodotti al tavolo. Ma parte anche l’avvio di una linea di trasformazione di frutta e verdura, per produrre confetture, succhi e prodotti essiccati. L’idea, che è il fiore all’occhiello di Bella Dentro, punta alla proposta di prodotti essiccati pronti da mangiare, imbustati in packaging riciclabile, sotto forma di snack: non solo frutta ma anche pomodori, zucchine, cetrioli, zucca, melanzane, finocchi, con un look del tutto differente da quelli comunemente disponibili nella grande distribuzione.

Questa bella storia di intraprendenza e lotta agli sprechi ha anche un valore sociale che trova la sua realizzazione concreta nell’incontro con L’Officina, una cooperativa sociale di Codogno che forma e impiega persone affette da autismo: “Eravamo pronti a gennaio, il negozio avrebbe aperto in aprile. Poi la pandemia ci ha temporaneamente fermato, ma non abbiamo perso l’energia  – raccontano i ragazzi – avevamo già un laboratorio di trasformazione, noi abbiamo investito sulla formazione tecnica dei ragazzi e sull’acquisto di nuovi macchinari”.

Insomma, tutto è pronto e questi ragazzi hanno dato il via a un’avventura che apprezziamo davvero tanto. Non resta che augurargli un grosso in bocca la lupo, specialmente in questo momento, ché ce n’è davvero bisogno!

Articolo scritto da MariaTeresa Falqui

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