Uno dice trattoria e in tempo zero vengono in mente tovaglie a quadri, tavolate in legno, piatti semplici e abbondanti. Vero o no? Ebbene, negli ultimi anni la trattoria ha partorito una sua copia fighetta, la cosiddetta trattoria moderna. Tutto è cominciato a Milano (e dove sennò), quando nel 2014 lo chef Diego Rossi e il suo socio Pietro Cairoli hanno aperto Trippa, la trattoria contemporanea diventata addirittura un case study nel settore. Ma cosa cambia dalla versione originale, direte voi? Allora, l’atmosfera è sempre informale, easy; il menu anche qui ruota intorno ai piatti della tradizione, ma rivisitati in chiave più moderna; ampio spazio ai vini naturali nella carta e grande maestria tecnica degli chef, in grado di stupire anche visivamente gli avventori. Vi piacerebbe fare serata in una trattoria moderna? Va che gli indirizzi nella City non mancano, ecco una selection notevolissima degli espertoni di Gambero Rosso.
Immorale
Dove: Via Lecco 15
Il nome lascia già presagire un mondo golosamente peccaminoso. Il patron qui è l’eclettico chef Luca Leone Zampa, attentissimo alla stagionalità, alla sostenibilità, a migliorare i rapporti con fornitori e lavoratori. Guai. Oltre 300 etichette di vini, esclusivamente naturali. Tanti i piatti interessanti del menù, come il Risotto alla stracciatella, chorizo e bergamotto, Udon di ceci cacio e pepe, porcini e shitake o magari Orecchiette di grano arso, topinambur e za’atar. Se proprio volete esagerare, Zampa ha aperto un secondo locale, Immorale Osé, con un format più raffinato e gourmet. Roar.
Manna
Dove: Piazzale Governo Provvisorio 6
Siamo a NoLo, nel regno dello chef Matteo Fronduti, uno che a lavorato - per dire - anche al D’O di Davide Oldani. Il menu è un bel mix di semplicità e creatività: ecco allora Pasta, fagioli, cozze e cotiche, Riso mantecato, caciocavallo, milza, marsala e pane tostato, ma anche Gallina e tartufo nero, lingua e salsa verde, cotechino e mele, biancostato e senape. Si può chiudere in bellezza con Cheese cake cruda di capra, sorbetto di uva nera e vino cotto. Non aspettatevi le porzioni big delle trattorie eh, siamo sempre in una location moderna, dai prezzi tutto sommati fattibili. Ci sta.
Nebbia
Dove: Via Torricelli 15
Un localino sui Navigli che merita già solo per il nome. Gli interni sono essenziali, sobri, ma con elementi in legno che danno un tocco basic e caldo. Il menu si aggiorna molto spesso, ma è comunque ancorato a radici italiane, specialmente piemontesi e campane, ma non disdegna influenze europee e asiatiche. Spazio allora a piatti come Pasta e fagioli, Pollo al chipotle, carote di Polignano e pastinaca, Guancetta di manzo piemontese, topinambur e carciofi. Yummy.
Pastamadre
Dove: Via Bernardino Corio 8
Spostiamoci in Porta Romana, dove spicca questo laboratorio e ristoro che ha la skill di produrre la pasta fresca home made, mentre il pane è fatto con lievito madre. Nella carta dei vini non mancano referenze naturali, mentre il menu parte dalla tradizione siciliana per spaziare poi verso altri orizzonti. La selezione delle materie da piccoli produttori è un caposaldo di Pastamadre, che utilizza solo materie testate o che arrivano da luoghi conosciuti personalmente nel corso degli anni. Curioso il coffee: in sala viene servito solo caffè espresso di ultimo raccolto tostato artigianalmente, top.
Røst
Dove: Via Melzo 3
La caratteristica di questo locale dal nome scandinavo è tutta nel menù, privo di gerarchie ma free, e pensato per la condivisione. Un'occasione per sperimentare piatti semplici ma gustosi come il Sedano rapa alla vaccinara, il Bollito misto, la Crema di broccolo romanesco ma anche i mitici Mondeghili. Ottimi i prezzi, ce la si cava anche con poco più di dieci euro a piatto. Grande cura degli interni, con sedie e divanetti in velluto, tavoli in marmo e piatti alle pareti. Pazzesca la cantina di vini, anche qui per lo più naturali. La combo semplicità-raffinatezza funziona eccome.
Trippa
Dove: Via Giorgio Vasari 1
Torniamo alle origini, nel locale capostipite di questo format della trattoria moderna. Questo locale in Porta Romana ormai non ha più bisogno di presentazioni, ma sicuramente ha bisogno di prenotazioni: sì perché figa non c'è mai posto, nonostante il doppio turno. Un buon segno, indicativo di quanto siano apprezzati i piatti poveri della tradizione popolare, caratterizzati da una maniacale attenzione verso le materie prime. Non per niente il menu non è propriamente un menu, ma varia spessissimo in base agli ingredienti a disposizione. Classicone da provare.
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