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Giorno nuovo, nuova denuncia. Milano, abbiamo un problema. Questa volta a sottolineare i prezzi too much della City è stato Jonathan Bazzi, scrittore diventato famoso con il romanzo d'esordio Febbre. Il Bazzi ha pubblicato sui social lo scontrino di due take away di una rosticceria ("normalissima") di Porta Venezia: due focacce al radicchio, quattro fiori di zucca, due involtini alla parmigiana, e poi due mozzarelle in carrozza e un sofficino. Totale? 43 euro. Il suo post è diventato virale in tempo zero e ha raccolto valangate di commenti.

I social, as usual, si sono divisi. Un botto di gente solidale ha scritto commenti tipo "Ecco perché sono fuggita da questa città" e "Quindi Milano è più cara di Parigi". Ma c'è anche chi non ha apprezzato la denuncia dello scrittore. "Il tweet ha un senso solo se: 1) ti hanno costretto ad acquistare lì 2) i prezzi non erano esposti. In assenza di entrambi i requisiti, è l’ennesimo tweet demagogico acchiappa like", ha scritto un utente. "È un tweet-tormentone che gira da qualche giorno. Cambiano solo la foto, il resto è uguale" ha commentato un altro. "Perchè le compri se pensi i prezzi siano troppo alti? Adesso la panetteria gastronomica è diventata bene di prima necessità?". E ancora "è per due persone, comunque il prezzo è uno sproposito, e la presentazione è pessima. Vedo prossima la chiusura. Però mamma mi ha insegnato a controllare il prezzo prima di comprare". Insomma, fifty fifty. Poco dopo, sempre via social, Bazzi ha postato una foto di broccoletti in tempura di curcuma, venduti nello stesso locale a 38 euro al chilo.

"Il problema non è solo Milano - ha scritto lo scrittore - ma anche l’enorme fraintendimento attorno alla scelta vegana/vegetariana". Un concetto che ha poi spiegato nel dettaglio al Corriere della sera. "Il vegetarianesimo e veganesimo sono alla portata delle tasche di tutti. Ma girando per Milano, l'idea che ci si fa è che sia qualcosa riservato a una élite, con proposte a costi alti. Fortunatamente, ci sono eccezioni positive. Essere vegano non significa poi mangiare solo tofu o avocado, ma anche recuperare piatti della tradizione mediterranea". Per spezzare il circolo vizioso, secondo Bazzi, l'unica è scegliere "di non alimentare il business. Non mangiando, per esempio, nei locali che giocano sulla speculazione".

In tanti si sono detti sconcertati, augurando al posto in questione di fallire presto. Qualcuno, però, ha fatto notare al Bazzi che qualche mese fa sottolineava come riuscisse senza problemi a fare la spesa vegana solo con 15 euro. "Ti vorrei sottovoce ricordare che mesi fa era quello che sosteneva questo, dando anche più o meno velatamente dei coglioni a chi ti diceva che no, mangiare vegano non è una scelta economica. E l’inflazione, a Porta Venezia e non, non è scoppiata l’altro ieri eh"; "Ma non facevi la spesa vegan per una settimana a 15 euro? Come cambiano le cose" ha scritto un altro.

Insomma, dove 'sta la verità?

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