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Ha chiuso l’Excel Naviglio, il ristorante/hotel lanciato anche da Carlo Cracco

La presenza dell'ex di Masterchef era all'inizio talmente importante da aver dato al locale l'evocativo nome Carlo al Naviglio, che si proponeva dunque come una sorta di costola più abbordabile dello stellato. Cosa non ha funzionato?

Ending non happy quello dell’Excel Naviglio, hotel quattro stelle e ristorante (Al Naviglio) nato nel 2021 nello spazio ex Ca’ bianca di via Lodovico il Moro, affacciato sulle sponde del Naviglio Grande. Un progetto che era stato lanciato con tanto entusiasmo da Dino Scaggiante, veneziano, fondatore degli hotel Excel, Stefano Stoppani, figlio degli ex proprietari di Peck, e da mister Carlo Cracco. La presenza dell’ex di Masterchef era all’inizio talmente importante da aver dato al locale l’evocativo nome Carlo al Naviglio, che si proponeva dunque come una sorta di costola più abbordabile dello stellato.

Poi però la collaborazione si è interrotta, probabilmente a causa dei tanti altri impegni di Cracco, e nel titolo del locale è rimasto giusto il Naviglio. “Carlo Cracco non aveva fatto alcuna joint venture, aveva prestato attività di consulenza all’apertura. Non aveva quote o altro. E non c’entra più nulla da un anno” ha dichiarato al Giornale l’ufficio stampa dello chef. E niente. Dal 24 luglio il ristorante/albergo è ufficialmente chiuso. Cerrado. Closed. “Gli ultimi ospiti sono partiti, adesso chiudiamo per liquidazione giudiziale” fanno sapere alla reception, come riportato dal Corriere.

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Peccato però, perché alla fine il posticino era messo giù bene. “Design innovativo, eccellenze italiane, arredi unici e arte diffusa sono solo alcune delle scelte preferite dall’imprenditore veneziano Dino Scaggiante, con l’obiettivo di dare nuova vita allo spazio creando un’atmosfera esclusiva” si legge ancora sul sito, per descrivere l’albergo. Un’oasi urbana e di pace i cui spazi comprendevano diversi ambienti interni, uno spazio esterno e un giardino di duemila metri quatrati molto ampio e molto figo. Interessante anche la cucina, cappeggiata da Luca Pedata (nel cv la Segheria di Carlo Cracco in via Meda), che rimandava alla tradizione gastronomica italiana rivisitata in chiave moderna, unita a proposte più attuali. I prezzi? Sicuramente non cheap, ma abbordabili.

Non si capisce esattamente cosa abbia funzionato. Certo, dando un’occhiata alle recensioni sul web, non viene fuori un consenso unanime, anzi. C’è chi non ha apprezzato la posizione, chi una pulizia non eccellente, la colazione troppo cara, il wifi scarso. A questi vanno sicuro ad aggiungersi gli scazzi dei vicini, che non hanno mai sopportato chiacchiericci e musica fino a tarda serata provenire dal dehor di Al Naviglio. Pare inoltre che gli incassi del ristorante non siano stati granché, soprattutto da quando il Cracco ha levato le tende. Che succederà adesso?

We’ll see.

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