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Un botto di gente in coda a donare il sangue: è l’effetto Fedez

Dopo il ricovero il rapper ha lanciato un appello, per incoraggiare chi può a donare il sangue. Molti dei suoi quasi 15 milioni di follower l'hanno ascoltato.

C’è poco da dire: succede che avere milioni di follower (quasi 15) porta a smuovere i comportamenti, gli acquisti, le idee. E anche le buone azioni. Succede che dopo il ricovero in ospedale di Fedez – a causa di emorragie dovute da alcune ulcere – il rapper e imprenditore abbia lanciato un appello, sia all’uscita dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano sia nella sua recente intervista al Corriere della sera. Donate il sangue, aveva chiesto. E così è stato: una nuova massa di follower e fan di Federico Lucia si è messa in movimento per andare a donare il sangue, tanto da generare vere e proprie code. Lo stesso artista 33enne è stupito e orgoglioso: “Grazie” ha detto via Stories ai tanti che hanno accolto il suo appello.

Ma a rilevare il successone delle donazioni non è mica stato Fedez, no: è stato direttamente l’Avis Lombardia, che ha parlato di centinaia di persone che si sono messe in fila a donare sangue, come riportato dal Corriere della Sera. Per dire: ieri a Milano, tra le 7.30 e le 11.30, oltre un centinaio di persone si sono messe in coda davanti alla sede Avis di Largo Volontari del Sangue per sottoporsi alla visita e al prelievo necessari per poter donare. “In genere in una domenica normale — ha precisato il presidente di Avis Lombardia, Oscar Bianchi — le richieste non sono più di dieci. Questa volta parliamo di dieci volte tanto”. Bene, benissimo.

Ed è proprio Effetto Fedez, perché “stranamente” la maggior parte dei novelli donatori sono giovani tra i 18 e i 35 anni. “Sono molto felice, si è generato un effetto a catena che non mi aspettavo. Grazie a tutti” ha commentato lui su Instagram. A Milano c’è stata la risposta maggiore, ma i fan del rapper-conduttore-giudice-imprenditore arrivano un po’ da tutte le parti d’Italia. “Al momento non abbiamo numeri precisi come nel caso di Milano – spiega Bianchi al Corriere – ma sentendo i colleghi di altre sedi posso sicuramente dire che registriamo degli incrementi evidenti in tutta Lombardia e anche nel resto d’Italia”. Tutto talmente tanto social che sono spuntati persino dei “tutorial” di ragazzi che spiegano come diventare donatori. Un po’ too much forse, ma ok. Purché se ne parli.

Va detto, comunque, che in Lombardia siamo piuttosto virtuosi. Cioè, un quarto di tutto il sangue necessario d’Italia viene raccolto nella Regione. “Ma questo non vuole dire che non ci sia sempre bisogno di sangue. Si tratta di una risorsa della quale c’è un bisogno quotidiano” precisa Bianchi, e per carità. La speranza è che l’andazzo continui anche una volta finito l’Efffetto Fedez, quando donare il sangue non sarà più una cosa tanto cool.

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