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Vi sentite sempre in sbattimento? Tutto regolare, è colpa del lavoro ombra

Avete mai la sensazione di essere esausti e di non aver mai finito di sbrigare menate? Per forza! Molto spesso facciamo (non pagati) il lavoro degli altri. Si chiama “Lavoro ombra” ed esiste da un pezzo. Coi social è anche peggio, ma può avere aspetti positivi.

Se pensate che gli sbattimenti veri siamo quelli che viviamo al lavoro, bè… pensate bene, ma in maniera incompleta. Nella vita di tutti i giorni lavoriamo anche quando non lavoriamo, e probabilmente è per questo che a fine giornata ci sentiamo esausti. Gli esperti lo chiamano lavoro ombra. È quello che comincia in autobus, dove siamo saliti senza biglietto e lo compriamo online. Nel tragitto casa – lavoro facciamo una chiamata a un servizio clienti e veniamo smistati solo perché, come ricamatrici siriane, abbiamo vergato codici e numeri e fatto spelling improbabili e alquanto imbarazzanti in pubblico. Altrettanto accade se prendiamo la macchina, la mettiamo in parcheggio e, quando usciamo, invece di trovare una persona per pagare, dobbiamo sbrigarcela da soli di fronte a una macchinetta che ci chiede di compiere una serie di operazioni. E mica è finita qui.

Così, al lavoro ci siamo preparati un caffè al distributore e forse, per qualche ora, ci siamo concentrati… e poi via, a fare la spesa al supermercato dove, per saltare la coda passiamo allo scanner da soli tutti i prodotti del carrello e ce li mettiamo sempre da soli nei vari sacchetti. E una volta tornati a casa, per passare il tempo? Un po’ di shopping online, dove dobbiamo studiare da soli origine e composizione dei prodotti (senza mai fidarci del tutto), e il montaggio in autonomia di quel mobile comprato al celebre magazzino giallo e blu. Insomma, oltre a fare il nostro lavoro per il quale siamo (o dovremmo) essere pagati, in una giornata ci siamo ritrovati a essere bigliettai, parcheggiatori, baristi, commessi, cassieri e falegnami… Il tutto rigorosamente gratis! Ma che roba è questa?!

Eh niente, si chiama per l’appunto “lavoro ombra” e se ne parla da almeno 40 anni… Solo che con la tecnologia che corre come un levriero ne abbiamo sempre di più! Una parola sola: social! Avete mai pensato a quanto tempo dedicate gratis ad aggiornare i contenuti di una cosa che porta soldi a qualcun altro?! Noi scriviamo sui social e gli inserzionisti pagano i loro proprietari, mica noi. Certo, ci sono gli influencer, ma in realtà facciamo la stessa cosa per loro ogni volta che commentiamo e rispondiamo alle loro domande. Niente di nuovo sotto il sole, ma certo tutte insieme queste cose fanno un po’ impressione. “Le imprese sfruttano i progressi tecnologici per tagliare i costi del lavoro, semplicemente subappaltandolo gratis!” ci spiega il professor Nazareno Panichella dell’Università di Milano, al quale abbiamo chiesto lumi sull’argomento. “E sì, tutto questo cambia anche le relazioni sociali: in molti casi ci sentiamo più soli e frustrati, ma è vero anche che – attraverso i social e le piattaforme online – si genera un flusso di informazioni che prima restava sotto traccia. I ristoratori ci pensano due volte pima di trattare male i clienti, ad esempio”.

Prof, nei prossimi anni che cosa succederà? “In sociologia è sempre un azzardo fare previsioni, però ci sono alcune tendenze documentate:

– il lavoro pagato andrà sempre di più a coloro che restano al passo con l’innovazione
– il lavoro ripetitivo verrà sempre più sostituito dalle macchine
– il lavoro che facciamo in più trasforma le esperienze in qualcosa che ha per noi una maggiore soddisfazione, perché sono più personalizzate“.

Insomma, pazienza se ci troviamo a fare tutto da soli? Forse. Però almeno adesso sapete perché – a fine giornata e senza un motivo apparente – vi trovate sciolti sul divano senza mezza tacca di energia. Tutto normale, è il lavoro ombra bellezza.

Autore: Daniela Faggion

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