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L’ex Scalo Farini verrà (finalmente) riqualificato: ecco da chi, quando, come e perché

Hines, Unicredit e Prelios si sono aggiudicate l'asta per la riqualificazione, che sarà una delle più grandi trasformazioni urbane in città nei prossimi anni.

Imbruttiti, preparatevi a un nuovo cambiamento nel layout di Milano. Habemus infatti un vincitore per la riqualificazione dell’ex scalo Farini, anzi più vincitori in cordata: Hines, fondo d’investimento americano, Unicredit e Prelios Sgr. Mica pizza e fichi. I tre si sono aggiudicati l’area tra Garibaldi e Porta Nuova, zona già infighita parecchio e vicina alle zone che contano di Milano, per la modica cifra di 500 milioni di euro. Battuti i concorrenti, la coppia Coima e Generali Real Estate, alla quale si era aggiunta Emaar Properties, la società degli Emirati Arabi proprietaria, tra n mila edifici nel mondo, anche del Burj Khalifa di Dubai. Così, per dire.

Ma cosa prevede il progetto? Intanto, Unicredit ha sganciato parecchi K (e altri ancora ne sgancerà) perché intende realizzare una vera e propria citta della bancaria, trasferendo qui i suoi uffici e abbandonando così il palazzone di Gae Aulenti. È previsto inoltre un Campus delle Arti dell’Accademia di Brera e la presenza divarie attività artigianali e manifatturiere. Ma la gran parte dell’area sarà occupata da spazi verdi, che scavalcheranno anche la ferrovia con dei veri e propri ponti che abbracceranno (o ingurgiteranno) i vecchi binari. Previste anche aree residenziali, in parte con la formula del canone sociale o moderato, che dovrebbero consentire anche a chi non appartiene alla riccanza di vivere in una bella zona senza dover vendere entrambi i reni più la milza.

Costruito negli anni ’20, lo scalo Farini era stato pensato come snodo per le merci in arrivo a Milano, ma ormai da tempo era caduto in disuso e rappresentava una menata dal punto di vista della viabilità, visto che taglia in due la zona a nord del Cimitero Monumentale, rendendo più lunghi gli spostamenti. Si parlava da anni di riqualificare l’area, di circa 45 ettari, ma tra autorizzazioni varie, ricorsi e verdetti non si è visto niente di concreto fino a pochi mesi fa, quando sono state finalmente avviate le procedure di vendita dell’area e sono state raccolte le offerte. E fino a pochi giorni fa, quando è stata annunciata l’apertura delle buste con le offerte economiche (insomma, i k da sganciare) e l’assegnazione ufficiale dell’area alla cordata vincitrice. Ohhh finalmente un po’ di ciccia.

Il progetto poi fa parte di un accordo, sottoscritto dal Comune di Milano, dalla Regione Lombardia e dal Gruppo Ferrovie dello Stato, che vuole dare vita nuova a tutta una serie di vecchi scali ferroviari ormai dismessi, che rappresentano solo una bruttura per la città, ma che hanno enormi potenzialità da sfruttare. Ora che il cantiere verrà aperto passerà ancora qualche annetto prima di vedere qualcosa, ma tra verde e grattacieli il progettino sembra promettere bene.

Autrice: Laura Serafini

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