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Milano è la città degli oratori, ce n’è uno ogni 5 minuti di strada

Una ricerca che la Fondazione oratori milanesi ci fa sapere che in qualsiasi punto vi piazzate della City, a non più di 800 metri troverete un oratorio.

Imbruttiti, voi li frequentavate gli oratori? O magari li frequentate ancora, causa nani? No perché pare non ci sia alternativa, a Milano, considerato che praticamente c’è un oratorio ogni cinque minuti di strada. Tutto vero: ce lo spiega una ricerca che la Fondazione oratori milanesi e la Fondazione Ambrosianeum hanno affidato alle università Cattolica, Bicocca e Politecnico. Oh, sono luoghi utili eh: si gioca, ci si frequenta, teoricamente si assorbono valori positivi e tutte quelle robe lì. Tra l’altro, come viene specificato dalla ricerca, gli oratori non sono solo un punto di ritrovo per chi proviene da famiglie cattoliche, ma anche per chi non è cristiano o non parla italiano in casa, per dire.

Dai, fate la prova. Piazzatevi in un punto a caso della City e provate a vedere se non è vero che a non più di 800 metri da voi, cioè a 5-10 minuti di strada, c’è un oratorio. Del resto i dati parlano chiaro: nel perimetro milanese se ne contano 146, distribuiti nei 12 decanati in cui è suddivisa la diocesi. Facendo qualche stima un po’ approssimativa, gli oratori di Milano accolgono più di 20mila ragazzini, tra gli 11 e i 19 anni, che quando arriva l’estate ciao, diventano oltre 300mila, per la gioia dei genitori che se li tolgono un po’ dalle… cioè, che sanno che i figli vanno a divertirsi, chiaro. 

La ricerca, riassunta da Michela Lodigiani e Veronica Riniolo, docenti della Cattolica, spiega inoltre che l’offerta educativa e ricreativa pubblica e privata nella City è abbastanza disomogenea: in alcune zone, più fragili sul piano socio-economico, c’è un po’ poco da fare per bambini e ragazzi, per esempio Cascina Merlata e Figino. Ma se c’è una certezza granitica oh, quelli sono gli oratori, che in certe zone, dicono gli autori della ricerca, sono “uno dei pochi punti di riferimento e inclusione sociale”. La ricerca “è una base di partenza per aiutare gli oratori a ripensarsi in un contesto che sta cambiando” ha commentato don Stefano Guidi, direttore della Fom. “L’oratorio per essere formativo ed educativo deve capace di pensare senza limitarsi a ripetere le cose già fatte, ma ragionando sul proprio ruolo nel contesto in cui si trova” ha detto il vicario episcopale don Giuseppe Como.

Voi che ne pensate? Oratorio sì, oppure oratorio percaritadiddio?

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