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Milano dice addio a Pupi Solari, icona della moda meneghina

Se n'è andata a 97 anni, lasciando in eredità uno stile unico ed elegante che ha fatto storia, e che si può ritrovare nel famoso negozio in piazza Tommaseo.

A Milano mancherà senz’altro Pupi Solari, la sua classe, la sua presenza rassicurante. Se n’è andata a 97 anni, come annunciato dalla sua famiglia, lasciando in eredità, cristallizzato, uno stile unico ed elegante che ha fatto storia, e che si può facilmente ritrovare nel famoso negozio in piazza Tommaseo. 

Pupi è scomparsa questa mattina alle 9.16. Serena anche se non più cosciente da qualche giorno. Un improvviso peggioramento della sue condizioni sino a una settimana fa stazionarie, dopo l’endema polmonare causato da una bronchite avuta a febbraio” ha fatto sapere Sunny Host-Ivessich, nuora di Pupi.

Classe 1927, ligure di nascita ma milanese di adozione, è sempre stata operativa nel campo della moda. Se c’è un posto caro alle sciure, quello era il negozio di Pupi, che dal 1969 vestiva i bambini e le donne della città. Creazioni chic, raffinate, retrò e romantiche, fatte di colletti rotondi, velluto, e ovviamente delle scarpe Start Rite, ma anche camicie in mussola e maglioncini ricamati. Ma Pupi Solari ha confezionato anche splendidi abiti da sposa, che vestissero una donna che non doveva essere “né una suora né una soubrette”.

Pupi cominciò la sua attività dopo la separazione dal primo marito, Giorgio Host-Ivessich, per mantenersi. Della serie: le rotture a volte generano capolavori. “Ho aperto il mio primo negozio in largo Quinto Alpini: una scelta vincente. Ero lontana dalle vie del centro, fuori dalla mischia. All’inizio non è stato facile, ma come avevo intuito è stata la scelta giusta”. Era il 1969, appunto. Nel 1978 cambia indirizzo. “Mi sono spostata nelle vicina piazza Tommaseo, da allora sede dei negozi Pupi Solari: donna e bimbo”, che poi si è arricchita – nel 1991 – di Host, la boutique uomo.

Pupi Solari non è mai stato un brand, e lei non è mai stata una stilista. Se sue scelte e il suo gusto, però, sono riusciti a rendere un negozio multimarca riconoscibile quanto un monomarca. E a chi le chiedeva quale fosse il segreto del suo successo, lei rispondeva: “Non è passato un giorno che io mi sia detta: questo è un errore, quest’altro è un errore. È così facendo che ho quasi raggiunto la perfezione”.

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