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In Italia manca un “patentino” serio per chi si occupa di affitti brevi

Il Property Manager è una figura che si occupa di gestire gli affitti brevi per conto dei proprietari dell'immobile, ma in Italia non è regolamentata. E questo non va bene.

Se navigate anche voi a vista nel vasto oceano degli affitti brevi, che a Milano certamente non mancano, purtroppo per Beppe Sala che vorrebbe ridurli, sappiate che questo è un periodo piuttosto frizzantino, che richiede tassativamente un brief per capire quali novità sono state introdotte e quali potrebbero partire asap. Intanto dovreste sapere che il 29 febbraio 2024 il Parlamento Europeo ha adottato nuovi requisiti in merito alle modalità di raccolta e condivisione dei dati relativi ai servizi di locazione a breve termine, parliamo tipo di Airbnb, per intenderci. C’è tempo eh, perché il regolamento entrerà in vigore dopo due anni dalla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. E quindi, a voi che avete la casettina sui Navigli da affittare ai turisti, cosavene…?

Intanto, lasciateci dire: lucky you.

E poi, sappiate che il nuovo regolamento europeo è molto utile per promuovere un’economia degli affitti brevi più trasparente e responsabile, in modo da evitare fuffe e truffe. Ma anche in Italia è successo qualcosa, nello specifico il “Decreto Aiuti”, in vigore dal 1 gennaio 2024, che ha introdotto alcune modifiche per gli affitti a breve termine. Nello specifico, nuove aliquote per il regime fiscale della cedolare secca e obblighi di segnalazione per i locatori che operano in forma imprenditoriale.

Tutto bene quindi? Nì.

Ci sono ancora un po’ di menate attorno alla regolamentazione dei Property Manager, che se non sapete chi è allora sì che abbiamo un problema. Il o la Property Manager (banalmente, “gestore di proprietà”) è quello o quella che gestisce la locazione di immobili per conto dei proprietari, quindi si fa carico degli sbatti tipo prenotazioni, manutenzione e comunicazione con gli ospiti, problemi vari. Ecco, mancano standard ufficiali per questa professione, quindi cani e porci possono definirsi Property Manager, indipendentemente dal fatto che sappiano davvero il caso loro oppure si stiano improvvisando gestori di staminc

Quindi sì, le nuove leggi europee e italiane puntano a regolamentare il mercato e a garantire trasparenza, però non affrontano minimamente la figura del Property Manager, che non è uno che si occupa solo di dare le chiavi e sistemare la culla, ma si dovrebbe anche far carico di tutte le menate normative e fiscali. E quindi, che si fa? Una cosa che potrebbe avere molto senso è l’introduzione di un patentino, come suggerito da Francesca Rizzo, titolare di un’accademia di formazione specifica per la preparazione nell’attività del Rent to Rent, interpellata da Corriere.

Nel disegno di legge appena approvato dal governo, si era parlato di istituire un codice Ateco per i Property Manager che, al momento, utilizzano quello un po’ vago di “gestione di condomini e immobili per conto di terzi” . “Poi, la proposta è caduta nel nulla e non è stata inserita nella legge licenziata – ha spiegato Rizzo al Corriere – Avrebbe di certo aiutato a fare un po’ di chiarezza sulla reale composizione di questa figura professionale che sta operando in un mercato che vale oltre un miliardo e mezzo di euro“.

Voi che dite, pro o contro al patentino per i Propriety Manager?

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