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Oh, avete letto della polemica sull'Estetista Cinica? Se non siete sul pezzo, ci pensiamo noi a briffarvi. Cristina Fogazzi, imprenditrice arcinota come Estetista Cinica, ha festeggiato l'anniversario del suo brand di make-up Overskin e il suo lancio in Spagna con una festa davvero esclusiva. Ma davverodavvero esclusiva, perché è stata organizzata non in una location qualsiasi, bensì nella Pinacoteca di Brera. Tra dj set nel cortile e pizze consegnate su Vespe bianche in stile Dolce Vita, il clou della serata è stata una cena nelle prestigiose sale della Biblioteca Braidense. Uno spazio decisamente originale per una celebrazione commerciale, ma si sa che il cash apre porte dove ci sono muri.

Tempo zero e scatta il polemicone. La Braidense è un luogo di cultura dove è proibito persino portare bottigliette d'acqua per non danneggiare i preziosi libri. Addirittura si devono usare dei guanti bianchi per visionare i tomi antichi. Tuttavia, per l'evento Veralab, queste regole sono state accantonate. No rules, come direbbe Dua Lipa. Gli invitati se la sono spassata alla grandissima: hanno cenato, fatto selfie appoggiati agli scaffali e usato il flash per girare reel.

Critiche sono piovute? Ovvio.

Il tutto raccontato su Instagram, senza filtri questa volta. C'è da precisare che ora è possibile affittare questi edifici storici. Dal 2014, infatti, grazie a una riforma dell'allora Ministro della Cultura Dario Franceschini, è stato reso più semplice affittare il patrimonio storico e artistico a privati per eventi, con l'intento di raccogliere fondi per la manutenzione e il restauro. Ci può stare. Che questo abbia portato a un uso eccessivamente commerciale dei beni culturali?

Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca, ha giustificato l’evento dicendo che è prassi affittare la Pinacoteca e che tutto si è svolto nel rispetto delle norme di sicurezza. Ma quanto costa una fiesta del genere? Ci illumina proprio Angelo Crespi: "Per il party hanno pagato circa 80 mila euro, più 15 mila a parte per i custodi£. Inoltre ha sottolineato che "i prezzi non li decidono i musei, sono definiti in maniera rigorosa da un regolamento del ministero in base a metri quadri, tipo di spazi, presenza di opere".

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Intanto, l'Estetista Cinica ha cercato di difendere la sua scelta parlando di classismo e sottolineando che altri brand di lusso hanno fatto lo stesso senza suscitare indignazione. "Io non sono una griffe, ma pago le tasse in Italia e do lavoro a 101 dipendenti, il 95% donne”, ha detto al Corriere della Sera, accusando i critici di avere pregiudizi contro di lei. L'imprenditrice ha anche proposto una soluzione radicale: vietare gli eventi nei luoghi della cultura, se davvero lo Stato può fare a meno dei fondi che questi generano. "Dire che un’arricchita non può entrare è il grande cortocircuito della cultura italiana che vuole restare elitaria", ha dichiarato. E infine ha aggiunto: "Il problema non è l'utilizzo di Brera ma il MIO utilizzo di Brera. E comunque Veralab continuerà a sostenere la cultura a dispetto di tutti. Si mettessero il cuore in pace".

Allora, che si possa fare è chiaro. Ma post Ferragnez, post Pandoro Gate, è evidente che la sensibilità nei confronti delle star dei social è cambiata. C'è più attenzione, meno tolleranza, più senso critico. Anche Chiara Ferragni e Fedez potevano festeggiare al Carrefour, ma tra libertà e buonsenso c'è differenza. Posto che il paragone è sicuramente improprio, sicuramente spinge a riflettere.

Voi che ne pensate?

 

Autrice: Francesca Tortini

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