C'era una volta la Milano dell'Expo 2015, icona di crescita e mille opportunità. Oggi, però, sembra che Milano abbia perso un po' di quel "wow factor" che l'aveva sparata sotto i riflettori del mondo. Secondo una recente ricerca condotta da Makno e l’ateneo IULM, la soddisfazione dei cittadini nei confronti della città è in calo, con un valore che scende da 6,2 a 5,9 in un anno. La quota di chi se ne vorrebbe andare (su un campione di 2400 maggiorenni interpellati tra luglio e settembre 2024) torna a superare il 20%, come dieci anni fa. E sebbene questo possa sembrare solo un momento no, la realtà dei fatti dipinge un quadro molto più complesso. Analizziamolo.
Nodo principale del malessere milanese è la percezione di insicurezza, sempre più diffusa tra chi ci abita. L’86% dei milanesi dichiara di essere in sbatti perso per la criminalità di piccola scala, un aumento significativo rispetto al 73% dell’anno scorso. Non meno preoccupante è il tema del caro vita, che colpisce il 90% della popolazione. Ed eccoci a parlare di disparità sociali, che stanno già mettendo in crisi il già fragile equilibrio della città.
A tutto ciò si aggiunge la scarsa soddisfazione rispetto alle aree green. Le recenti riqualificazioni di alcune piazze, che privilegiano l'asfalto a scapito di alberi e giardini, sono state massacrate. Pure i servizi sanitari ed educativi non soddisfano più. Quelli che una volta erano considerati i jolly della City sono ora percepiti come inefficienti E come se non bastasse c’è pure il problema della dispersione scolastica in netto aumento, chiaramente preoccupante per una città che vanta istituzioni culturali e scientifiche al top. Altri no per i Milanesi? Linee di superficie, piste ciclabili, poca sicurezza e assolutamente nessun sostegno sociale.
Un’altra ricerca, presentata dal Think Tank di European House-Ambrosetti, ha rivelato che oltre la metà dei milanesi intervistati è pronta a fare fagotto e trasferirsi nelle aree rurali della Lombardia, come Lomellina o l’Oltrepò pavese e Mantovano. E non parliamo di trasferimenti negli USA o in Giappone, ma di territori che fino a poco tempo fa erano considerati meramente mete per una gita fuori porta. Non si tratta solo di una questione economica: i milanesi vogliono servizi di base affidabili, spazi verdi e socio-ricreativi, MA anche una connessione a banda ultra-larga, elemento irrinunciabile per la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni. La voglia di natura, di tranquillità e di una vita più easy si fa strada, soprattutto tra i 45-64enni, prossimi alla pensione o già stanchi di una vita decisamente troppo frenetica.
Passando al lato curioso: le donne sembrano meno propense a lasciare Milano rispetto agli uomini. Solo il 33% del sesso femminile considera seriamente il trasferimento, contro il 23% degli uomini.
E voi che team siete?
Autrice: Francesca Tortini
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