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Anche basta con i ristoranti: Millennial e Gen Z si incontrano in caffetteria

Cene lunghe e impegnative? Naaa, le nuove generazioni preferiscono incontri rilassati e low-cost in ambienti più intimi: le caffetterie sono i nuovi ristoranti.

È ufficiale: il classico “andiamo a cena fuori” si è trasformato in “ci becchiamo per un caffè?”. I bar… anzi, le caffetterie, sono ormai diventati un luogo cool per socializzare, il place to be dell’appuntamento. Un cambiamento che rispecchia i gusti di Millennials e Gen Z, che ADORANO questa nuova versione del date. Altro che cena lunga e impegnativa, con tanto di antipasto e dessert: qui si tratta di bere un cappuccino in tazza grande, magari accompagnato da un croissant artigianale (perfetto da postare su Instagram), senza uscire dal locale barcollando e soprattutto con molto meno cash in tasca di quando si è entrati.

Perché uno dei motivi di questa inversione di tendenza è ovvio: nelle caffetterie non ci si svena. I giovani preferiscono i bar alle cene anche per la questione economica. Certo, una colazione “top” può arrivare a costare quanto un aperitivo in Duomo eh, ma il confronto finisce qui: le caffetterie offrono un’atmosfera rilassata e chic che non punta a svuotarti il portafoglio. Si crea un momento speciale e intimo, quasi un rito che si può ripetere ogni giorno senza troppi pensieri. Alla fine, un caffè e una fetta di carrot cake costano meno di un aperitivo o di una cena al ristorante, e – diciamolo – hanno un fascino tutto diverso, specie se serviti su tavolini minimal tra piante e luci soffuse.

C’è da dire che questo trend non si spiega solo con l’aspetto economico. I gusti stanno cambiando, soprattutto quando si tratta di alcol. Le nuove generazioni vedono il bicchiere con una certa disinvoltura: se una birra o un cocktail ci stanno, bene, altrimenti nessuno si scandalizza. L’alcol non è più sinonimo di coolness e non è più “obbligatorio” ubriacarsi al primo appuntamento o tra amici per sentirsi fighi. Quindi, dove si va a passare del tempo insieme? In caffetteria, il ragionamento non fa una piega. Non c’è niente di meglio di un caffè filtro, un matcha latte o una fetta di torta che piace a tutti, senza bisogno di convincere nessuno. Il bello delle caffetterie è anche l’accoglienza che riservano. Si entra per una pausa veloce, per un’ora di chiacchiere con un amico senza troppo sbatti. Del resto le caffetterie moderne sanno esattamente come sedurre i nuovi clienti, proponendo croissant a tre strati, brownies con decorazioni artistiche e caffè specialty.

Questa formula “internazionale” si sta facendo strada anche in Italia e non solo nella City: perfino le città più piccole iniziano ad apprezzare l’idea di una colazione slow, rilassata, che si può gustare in un locale senza la fretta di fare tutto in piedi al bancone come si faceva una volta. Siamo sempre imbruttiti eh, ma con calma. C’è anche un altro motivo che spiega il boom delle caffetterie: sono più “coccolose” (sì, l’abbiamo scritto) dei classici wine bar. Offrono uno spazio accogliente, senza pretese, dove ci si può concedere quella piccola coccola quotidiana che male non fa. In giro si sente addirittura il termine “cultura delle coccole”: sembra che un buon caffè o un cappuccino sia più terapeutico di qualsiasi altra cosa, una pausa rigenerante che permette di ricaricarsi e di essere di nuovo al top. Insomma, il caffè non è più solo “quella cosa che si beve velocemente al mattino”. È diventato un’experience, un momento di socialità e una scusa perfetta per vedersi con gli amici o con una nuova conquista, passare un po’ di tempo in relax e, perché no, anche risparmiare che male non fa, di sti tempi. Che dite?

Autrice: Rebecca Manzi

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