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No vabbè, un piatto milanese è stato considerato tra i peggiori al mondo

In classifica c'è della roba davvero orrenda.

Eh niente, raga, stavolta ce la siamo presa un po’ sul personale. La guida gastronomica Tasteatlas ha stilato la classifica dei 100 piatti peggiori al mondo, e indovina chi si è beccato due belle posizioni? L’Italia, proprio noi.

Come hanno osato? Come si sono permessi?

Vabbè, noi non siamo permalosi in fatto di cucina, però ci teniamo. Ed è difficile accettare che uno dei due piatti inseriti, addirittura al quindicesimo posto, sia della tradizione milanese. Parliamo dell’insalata di nervetti, o nervitt, come direbbero i nostri nonni, in cui l’ingrediente protagonista è la parte meno nobile del vitello, i cosiddetti piedini, che altrimenti verrebbero scartati quindi dai, alla fine è anche una ricetta anti spreco. Ai veg non piace questo elemento, ci sta, però parliamo di un piatto storico raga.

Ora, capiamo: cos’è che non vi piace? La consistenza? Il fatto che siano cartilagini di ginocchio di vitello? Ragazzi, è un piatto da osteria vecchio stile, perfetto con una spruzzata di limone e due fette di pane! Insomma, si chiama tradizione, presente? Certo, per carità… bellissimi non sono. Instagrammabili manco per idea. Taste Atlas la spiega così: 

“Spesso chiamati nervetti in insalata, questo classico piatto del Nord Italia è composto da carne, cartilagine e tendini di stinco di manzo cotti sull’osso. Una volta teneri, tutti gli elementi vengono rimossi dalle ossa e lasciati solidificare, consentendo alle proprietà gelatinosa di creare un prodotto fermo e gelatinoso. Sebbene spesso sia preparato semplice, occasionalmente vengono aggiunti vari ingredienti come olive, cipolle o peperoni. I nervetti vengono sempre serviti ben freddi, tagliati sottili e sono principalmente combinati con varie verdure. L’intera combinazione viene condita e servita sotto forma di insalata, solitamente gustata come antipasto freddo”.

Vabbè, niente. Gli fa cagare.

Il secondo piatto italiano inserito in classifica è il risotto con le fragole (58esimo posto), scelta divisiva anche per noi italiani. C’è chi lo ama e chi lo schifa, però bo, anche qui non siamo convintissimi. Se fatto bene è tanta roba. Anni ’80, ma pur sempre un’esperienza. Ma passiamo alla parte funny e vediamo la classifica dei piatti peggiori al mondo.

La medaglia d’oro del disgusto va al blodpalt, gnocchi della Lapponia fatti con farina di segale e sangue di renna. Avete letto bene: SANGUE. Praticamente uno gnocco gotico. Bleah.

blodpalt.png

Al secondo posto c’è il bocadillo de sardinas, un panino spagnolo ripieno di sardine in scatola, che sa più di “spuntino disperato” che di vera cucina. Roba da mangiare giusto se l’alternativa è la morte.  

bocadillo_sardinas.jpg

Terzo gradino del podio per il calskrove, un calzone svedese che contiene hamburger, prosciutto, formaggio, insalata, patatine fritte e salse varie.

calskrove.jpg

La classifica completa

    •    4° posto: Angulas a la cazuela (Spagna)
. Preparato con giovani anguille saltate in olio d’oliva, aglio e peperoncino. Pare una figata, no? Peccato che la consistenza abbia spaventato parecchi viaggiatori.
    •    5° posto: Anguille di gelatina (UK)
. Direttamente dall’East London, questo piatto consiste in anguille bollite e servite in una gelatina ottenuta dal loro stesso brodo. Perché? Boh, misteri degli inglesi.
    •    6° posto: Ramen burger (Giappone/USA). 
Un panino con carne inserita tra due dischi di noodle al ramen fritti. Geniale? Sì. Pratico da mangiare? Assolutamente no.
•        7° posto: Chapalele (Cile). 
Questo panetto di patate e farina viene cotto nel curanto, antico metodo di cottura che utilizza pietre riscaldate sepolte in una buca. Boh raga, pane e patate di solito è un bel match, ma vai a sapere.
    •    8° posto: Faves a la Catalana (Catalogna, Spagna). 
Le fave qui le strapompano con salsiccia di sanguinaccio, pancetta, cipolle, aglio e paprika. La ricetta è del 1800, e lì sarebbe dovuta rimanere.
    •    9° posto: Thorramatur (Islanda)
. Capolavoro di follia nordica: testa d’agnello (letteralmente sul piatto), squalo fermentato e salsiccia di sangue, tutto servito tipo aperitivo. Ad accompagnare, un superalcolico islandese che resetta il palato (e si spera anche la memoria).
    •    10° posto:  Kaeng Tai Pla (Thailandia)
. Curry di interiora di pesce fermentate – e già ci vorremmo fermare qua. Ci buttano dentro melanzane, bambù, fagiolini, peperoncino, pasta di gamberetti e via andare. Il profumo è intenso, dicono. Ci fidiamo.

Quindi, raga, la prossima volta che vi lamentate del risotto alle fragole, pensate al blodpalt e fatevela prendere bene.

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Tutte le foto sono di Tasteatlas.

Autrice: Francesca Tortini

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