Che fossimo tutti in fissa con l'avocado, già lo sapevamo. Che fosse una passione inspiegabile, vista la totale assenza di sapore dello stesso, anche. Quello che però forse non abbiamo presente è la portata di questo amore per il frutto verde. Secondo l'Osservatorio Immagino di GS1 Italy, l'avocado ha fatto segnare un incredibile aumento delle vendite del 21,9% dal 2023 al 2024 per un giro d’affari di oltre 43 milioni di euro. Notevole.
Più che un cibo, ormai, l'avocado è uno stile di vita. Fateci caso: non c’è brunch o ape che non veda il frutto tropicale protagonista. In una delle sue forme più trendy, spalmato sul pane tostato, magari accompagnato da un uovo in camicia e qualche foglia di rucola per sembrare più salutisti... la morte sua.
Maybe non tutti sanno, che questa passione per l'oro verde è come una medaglia a due facce. Da un lato, noi che scattiamo l'ennesimo selfie insieme all'avocado toast. Dall'altro "l'avocado di sangue".
Avocado di sangue, di che si tratta
Il termine crime descrive gli avocado prodotti in piantagioni gestite dalla criminalità organizzata. Se quindi pensavate che dietro quella fetta verde ci fosse solo il gusto dell’esotico, beh, vi sbagliavate. In Messico, in particolare nello Stato di Michoacán, i cartelli della droga stanno cercando di diversificare e mettere le mani su un mercato da miliardi di dollari. Nessuna storia da nuova serie Narcos su Netflix, è tutto tristemente vero.
Ovvio, non è che ogni avocado arriva direttamente da lì. Il mercato è enorme e questi cartelli stanno cercando di infilarsi per diversificare le loro "attività". Così facendo la coltivazione di avocado in alcune zone è diventata quasi un "bene di guerra", come i diamanti insanguinati. Il governo del Messico sta lavorando instancabilmente per risolvere la situa, speriamo.
La World Avocado Organization fa sapere, comunque, che quasi il 90% delle esportazioni di avocado dal Messico sono destinate agli Stati Uniti e solo una percentuale mooolto piccola raggiunge l'Europa. I principali esportatori verso l'Europa sono paesi come Perù, Colombia, Kenya e Sudafrica. Andava detto.
La questione sostenibilità
Il trasporto dai paesi tropicali consuma un botto di combustibile e produce un altro botto di emissioni di gas serra. Un problema in parte risolto con l'aumento della produzione made in Italy. Secondo un check di Coldiretti, in Italia attualmente sono più di 1200 gli ettari destinati alla produzione di avocado e di altri frutti tropicali, che negli ultimi cinque anni è tipo triplicata.
Anche qui bisogna dire però che la maggior parte degli avocado consumati in Europa e nel Regno Unito vengono trasportati via mare dall'America Latina e dall'Africa, non su camion o aerei. Rispetto al trasporto aereo e su strada, chiaramente, il trasporto marittimo produce meno emissioni di gas serra. Secondo l'International Chamber of Shipping, le emissioni di gas serra del trasporto marittimo sono 25 volte inferiori a quelle dei veicoli su strada e 145 volte inferiori al trasporto aereo. Buono a sapersi.
Ma c'è un altro sbatti: l'albero dell'avocado si scola un sacco di acqua.
Secondo Water Footprint Network, per produrre un kg di avocado servono, infatti, circa 2000 litri d’acqua. Per capire la situa, i pomodori consumano 214 l per kg, le banane 790 litri. La World Avocado Organisation, dal canto suo, sottolinea che ci sono prodotti "quotidiani" che consumano mooolta più acqua rispetto agli avocado: tipo la carne bovina (13 volte in più), il cioccolato (14 volte in più) e il caffè (15 volte in più). E fa sapere anche che la produzione dell'adorato frutto verde sta sviluppando tecnologie innovative in grado di ridurre molto i consumi idrici.
Esistono infatti metodi di irrigazione più sostenibili, come i sistemi di irrigazione intelligente dotati di sensori, sistemi di monitoraggio dell'umidità del suolo, raccolta e fertirrigazione dell'acqua piovana. L'irrigazione a goccia, ad esempio, riduce l'utilizzo dell'acqua fino al 50%, con l'erogazione dell'acqua direttamente nel terreno, nelle giuste quantità e al momento giusto. Questo approccio assicura che ogni pianta ottenga esattamente ciò di cui ha bisogno senza spreco di acqua, minimizzando gli sprechi causati dall’evaporazione.
Ci piace.
I programmi che utilizzano la tecnologia dell'agricoltura digitale nelle piccole aziende agricole in Cile, inoltre, hanno registrato una riduzione del consumo di acqua del 25%, mentre le aziende agricole in Spagna hanno visto una riduzione del consumo di acqua fino al 50% quindi benone.
Il dubbio vero, però, a noi rimane. Alla fine cos'ha di tanto speciale l'avocado?
Autrice: Rebecca Manzi
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