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Il paese in cui si vive meglio in Italia? Si trova ad un’ora da Milano

Il report, realizzato da Blum in collab con Prokalos, ha valutato servizi, sostenibilità e benessere. Abbiamo fatto una call con la Sindaca, per commentare la notizia.

Si fa presto a dire “qualità della vita“, ma siamo proprio sicuri che il top sia vivere in un paesino sperduto nella pianura cremonese? Perché secondo il report City Vision, presentato a Milano (e dove se no?), il miglior posto dove vivere in Italia non è una metropoli frizzante, piena di locali, opportunità e sbatti vari, ma… rullo di tamburi… Credera Rubbiano.

Comune di 1.530 anime in provincia di Cremona.

Già immaginiamo l’entusiasmo: battute persino città come Treviso e Imola, che di per sé non sono esattamente Londra, ma almeno hanno un minimo di vita sociale. Il report, realizzato dalla società Blum in collaborazione con l’azienda di consulenza Prokalos, ha valutato servizi, sostenibilità e benessere, arrivando alla conclusione che Credera Rubbiano (C.R. in provincia di CR, giusto per essere chiari) sia un paradiso terrestre. Ok, tutto molto bello: sanità al top, trasporti (per andare dove?), costo della vita basso, natura a perdita d’occhio. Ma diciamocelo: senza il business lunch al volo, senza i monopattini da schivare col motorino e senza il caffè al bar servito in 30 secondi netti, che vita è?

Per carità, gli esperti dicono che i piccoli borghi come questo siano modelli di innovazione e sostenibilità. Sarà… ma provate a ordinare un sushi d’asporto alle 23.30 o a trovare un coworking con Wi-Fi ultra veloce per la call delle 7 di mattina. Nulla contro la quiete e l’aria pulita, eh, ma un vero Imbruttito senza apericena, metro e duemila impegni al minuto qui resiste tre giorni, poi fattura e se ne va. O forse no?!

Per saperne di più, abbiamo alzato la cornetta (sì, ogni tanto facciamo ancora le chiamate) e in tre minuti eravamo già in contatto con la sindaca Francesca Cerasola, in carica dal 2022. Simpatica e disponibile, ha commentato il primato “a sua insaputa”, visto che ne è venuta a conoscenza solo leggendo i giornali: “Non ce l’aspettavamo, ma ovviamente siamo molto contenti. D’altronde qui si sta bene e le persone sono super disponibili”.

Ok, bello, ma quali servizi hanno incrociato per dare a Credera Rubbiano questo titolo?

“Innanzitutto abbiamo la scuola primaria e la scuola media, che per chi si trasferisce in campagna dalla città è sempre un bel vantaggio. Abbiamo l’asilo parrocchiale e, come Comune, offriamo supporto a chi porta i neonati in un nido convenzionato nel paese accanto”. Sì, ok, ma per chi non tiene famiglia?

“C’è la farmacia, la posta, il medico curante (e questo a Milano trovarlo è come vincere alla lotteria) e ben due filiali di banca (che ormai sono merce rara). E poi abbiamo più locali che chiese, con ristoranti molto buoni dove mangiare piatti tipici della zona”. E in caso di indigestione?

“L’ospedale più vicino è a Crema, a 8 chilometri… 10 minuti di macchina”.

Più vicino del Niguarda da casa nostra, in effetti.

Ma quindi, con tutto ‘sto hype, è partita la speculazione immobiliare?

“Qualcuno ha scherzato sul fatto che il prezzo delle case fosse schizzato, ma in realtà non è cambiato nulla. Nessun boom di trasferimenti, tutto tranquillo come prima”. Pure troppo?!

Autrice: Daniela Faggion

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