
A Milano si respira (letteralmente) aria nuova: l’erba alta, quella che normalmente fa partire i vocali indignati nei gruppi WhatsApp "Genitori Parco Solari", stavolta è voluta. Non è sciatteria, non è menefreghismo: è una strategia studiata a tavolino per salvare l’ambiente.
Il Comune ha deciso di raddoppiare le cosiddette aree a sfalcio ridotto, ovvero tutti quegli spazi verdi dove l’erba viene lasciata libera di vivere la sua vita, senza essere trinciata ogni settimana. Si passa da 54 a 111 zone, distribuite su tutti i Municipi, per un totale di circa 1,8 milioni di metri quadrati.
E se pensate "Eh ma sembra abbandonato” tranqui: non è che si sono dimenticati il tagliaerba o che si sono dati alla macchia. È una scelta ben precisa, partita da una sperimentazione degli scorsi anni, per aumentare la biodiversità e rendere la città un pelo meno bollente in estate.
Grazie agli studi della nature tech-company 3Bee e dell’Università Bicocca, si è scoperto che nelle aree lasciate "wild" la biodiversità degli insetti è aumentata fino al 30% rispetto alle zone sfalciate di continuo. E occhio: dove i fiori erano più ricchi, si è arrivati anche a un +60%.
E mica si fermano lì. Quest’anno aumentano anche i prati fioriti: saranno oltre 60, circa il doppio rispetto all’anno scorso. Quindi via libera a papaveri, fiordalisi, ranuncoli, calendule, millefoglie, campanule e chi più ne ha più ne metta. Altro che parchetto triste.
Ovviamente senza rompere le scatole a chi vuole fare picnic, giocare a calcetto o spaparanzarsi al sole: anzi, si migliorano pure cose serie come la connessione ecologica tra i parchi e si combatte il famigerato effetto isola di calore, che a Milano a luglio fa sembrare pure l’asfalto liquido.
Vi state chiedendo dove potrete vedere tutta questa esplosione di verde? Un po’ dappertutto.
Dal Parco Papa Giovanni Paolo II al Parco Adriano, passando per il Parco Lambro, Forlanini, Monluè, fino alle Cave, al Monte Stella e pure al parco che abbraccia il depuratore di Nosedo.
Autrice: Francesca Tortini
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