
Oggi è la Festa della Mamma e, come per la festa della Donna, a noi Imbruttite sembra che non porti molto da festeggiare. Queste giornate dedicate rischiano di essere un buon affare per i fiorai, magari anche una buona occasione per i gioiellieri, ma non possiamo dire che portino nulla di concretamente piacevole per le mamme, che di fiori, anellini e charms si fanno ben poco. E a chi dice che basta il pensiero rivolgiamo sicuramente il nostro: pieno di improperi.
"La mamma è sempre la mamma", si dice, e forse il problema sta proprio nel trattarla sempre allo stesso modo, dando per scontato che questa donna - come vittima di una trasfigurazione mistica - sia lì solo per figli e famiglia, come per una vocazione divina che l'origine religiosa della festa sembra perpetuare.
E invece no, la mamma non è sempre "la mamma". La mamma è prima di tutto una persona e vorrebbe sentirsi realizzata come tale prima che come compendio di figli, fidanzato/marito quando presente, lavatrice, lavastoviglie, spesa, pulizia della casa. In questo le coppie omogenitoriali stanno un passo avanti, perché i compiti non possono essere certo definiti dal genere. Vediamo allora su quali elementi lavorare per rendere davvero felici tutte le mamme: non per fare loro un regalo (che suona come una concessione) ma per riconoscere loro diritti sempre vigliaccamente calpestati.
Cominciamo dal lavoro
Quella cosa su cui è fondata la Repubblica quando ad andarci sono i maschi. Proprio in occasione della Festa della Mamma Save The Children ha diffuso un rapporto da mani nei capelli. Da 'Le equilibriste - La maternità in Italia 2025' emerge chiaramente come la condizione di madre e quella di lavoratrice fatichino a viaggiare insieme, con un fenomeno che si chiama non a caso child penalty, la penalizzazione per i figli... A voler essere ancora più concrete "penalty" potremmo tradurlo anche con il suo altro significato di "punizione".
Già lo stipendio fra donne e uomini è tendenzialmente diverso e tendenzialmente più basso per le prime. Ma quando ci sono figli di mezzo gli uomini sono quelli che continuano a lavorare e le donne sono quelle che restano a casa, anche perché già guadagnavano meno in partenza. I numeri parlano chiaro: è occupato il 77,8% degli uomini senza figli e il 91,5% tra i padri, mentre lavora il 68,9% delle donne senza figli e appena il 62,3% tra le madri. Sono trenta fottuti punti percentuali di differenza, con un 20% di donne che smette di lavorare dopo essere diventata madre.
Quindi, per prima cosa sarebbe giusto garantire una parità salariale trasparente e mettere poi un bell'incentivo per le aziende che assumono mamme (che peraltro sono abituate a ritmi allucinanti, quindi a ben vedere sono anche un bell'investimento in produttività).
Ma parliamo di asili
Inutile fare il ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, metterci una fondatrice del Family day a capo e lasciare che gli asili nido costino ogni mese come una settimana a Cortina a Natale. Non ci frega niente dell'incentivo alla natalità, se sappiamo che dopo la nascita ci aspetta il deserto dei tartari. Peraltro questo clima di sbatti che circonda la gestione dei bambini piccoli influenza la decisione di fare figli molto più di tutte le teorie gender che qualcuno addita come colpevoli: niente da fare, il calo delle nascite dipende da quello che le persone vedono dopo le nascite, non da quello che vogliono fare fra le lenzuola.
Ma i fasciatoi nel bagno degli uomini?
Ce lo spiegate perché il cambio pannolini è solo appannaggio delle donne, che già si fanno la fila più lunga del primo giorno di saldi per fare pipì e prima/dopo/durante hanno pure da cambiare il bebè? Sicuramente l'odore del bagno degli uomini è peggiore, più dubbia anche la loro tendenza a lavarsi le mani dopo aver maneggiato lo spadone... ma poco male, in fondo dovrebbero poi maneggiare piccoli involucri pestilenziali che a confronto il bagno dell'Autogrill è un ballo di gala.
Chiamateli padri please
I papà chiamateli papà o padri, non mammi, né eroi. Tanto viene dato per scontato lo sbattimento delle madri, tanto viene santificato l'impegno paterno. Ci siamo un po' rotte i coglioni dello stupore che accompagna i padri che scelgono di occuparsi più direttamente della famiglia. Vade retro anche all'espressione mammo, che perpetua il convincimento che lo sbattimento debba per forza iniziare con mamm* e il più delle volte finire per a. Un padre che cucina è un uomo che cucina, non c'è bisogno di Masterchef per giustificarlo. Un padre che accompagna i figli a scuola mentre va al lavoro è un uomo che incastra gli impegni come una madre che fa la spesa mentre fa una telefonata di lavoro. Un padre che riordina è figlio della mia suocera ideale, non un miracolo.
Salute e benessere sarebbero graditi
Visto che l'aspetto della salute mentale legato alla maternità - fra sbalzi ormonali e fatiche legate a sonno e allattamento - non dovrebbe essere più un tabù, vogliamo prevedere una visita trimestrale gratuita per almeno i primi tre anni di vita del bebè, con una psichiatra che valuti le condizioni di salute mentale della mamma e valuti il contestuale impegno del padre?! Poi, passati i tre anni, dateci un bell'incentivo per una settimana alla spa, una corso di meditazione e una vacanza con le amiche: certo non risolutivo ma certamente più utile delle piante che poi si seccano.
Varie ed eventuali
Negli anni da madre ho accumulato parecchi desideri.
A. Obbedienza cieca e assoluta da parte del fidanzato rispetto alle faccende di casa: "Porta fuori l'immondizia!" "Sì tesoro"; "Fai la spesa seguendo la lista!" "Non sognavo altro amore".
B. Autocombustione dei genitori con figli perfetti che si vantano dei medesimi. Irrealizzabile ma dà grande soddisfazione immaginarlo.
C. Maestri, niente lavoretti inutili fatti in classe che poi ci tocca fingere che ci piacciano: insegnate ai nostri figli a lavarsi le mutande quando le sporcano, ad apparecchiare e a sparecchiare, a piegare le magliette quando sono asciutte, a raccogliere le briciole, a sistemare le scarpe quando rientrano e ad abbassare la tavoletta del water. Allora sì sarà festa per le mamme e per tutti i genitori.
Autrice: Daniela Faggion
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