
La stagione delle stories in bikini è ufficialmente aperta, ma quest’anno il feed rischia di essere più vuoto del parcheggio di piazza Gae Aulenti a Ferragosto. Colpa del caro‑vita che, fra affitto, rata dell’auto elettrica e l’immancabile brunch del weekend, si è mangiato pure il salvadanaio per le ferie. Risultato? Sette lavoratori su dieci rinunceranno alle vacanze estive. That's it.
Lo dice il Summer Travel Survey 2025: solo il 46 % degli under‑35 USA partirà davvero. Ok ok, parliamo degli States, ma la situa a casa nostra non è che vada molto meglio. In Italia l’Osservatorio Mare Italia certifica un +8 % sui prezzi turistici rispetto al 2024, mentre le richieste di prestiti personali per i viaggi schizzano a +18 % nel primo trimestre (oltre 100 milioni di euro in biglietti, hotel e spritz vista mare pagati a rate). Ergo, molti a 'sto giro resteranno presumibilmente a casa, e altri invece si indebiteranno pur di rinunciare alle sacrosante vacanze.
La situazione in Italia
Come dicevamo, in Italia non è che vada meglio eh. Quest’anno per il 18% degli italiani l’unica cosa in programma è il ventilatore puntato in faccia. Colpa del caro-vita, come conferma l’Osservatorio mensile di Findomestic: prezzi su, potere d’acquisto giù e tanti saluti ai viaggi.
Il mood generale? Ridimensionamento totale.
- Il 43% si accontenta di una settimana striminzita.
- Il 27% si gioca solo qualche weekend o micro‑ferie da tre giorni.
- Solo un temerario 8% si fa il lusso di più di due settimane (ciaone).
E la spesa? Manco a dirlo, giù pure quella: si parla di una media di 1.594 euro a famiglia, contro i 1.785 dell’anno scorso. Se hai una family XXL (4 o più persone), il conto sale a 1.740 euro, ma sempre meno dei 1.923 del 2024.
Chi ha sbattuto la porta in faccia alle vacanze lo ha fatto perché:
. Il reddito familiare è calato (39%),
. Sono arrivate spese impreviste (21%),
. I prezzi sono saliti ovunque (21%).
. Insomma, una combo che manco Thanos.
C’è anche chi sceglie di restare a casa per scelta – vedi mai – magari per non stressarsi con valigie, treni in ritardo e bambini urlanti. Circa il 30% di questi eroi domestici si rifugia nei libri o si tuffa in piscina (quella pubblica, ovviamente).
La soluzione old‑school che diventa trend
In mezzo a questo deserto di ferie spunta la riscoperta delle “colonie estive” 4.0, ribattezzate campus aziendali. A rilanciare l’idea è Eudaimon – pioniera del welfare in salsa tricolore, dal 2023 nel gruppo nordico Epassi – che quest’anno spedirà oltre 1200 ragazzi fra pinete, laghi e campi sportivi hi‑tech, segnando un bel +20 % di iscritti rispetto al 2024.

“Come le colonie di un tempo che rispondevano a un bisogno sociale profondo, ovvero quello di dare ai ragazzi la possibilità di vivere la pausa scolastica come un tempo pieno di relazioni, esperienze, crescita; i campus estivi aziendali di Eudaimon vogliono raccogliere idealmente quel testimone. Una volta erano le imprese a farsi carico di questo compito, offrendo ai figli dei dipendenti un’opportunità concreta di vacanza educativa, così come oggi il contributo aziendale riduce significativamente il costo per le famiglie – chiarisce Alberto Perfumo, CEO di Eudaimon.
E così, in un’Italia che cambia, i campus aziendali diventano le “nuove colonie”: meno spartane, più flessibili, ma con lo stesso spirito solidale di un tempo. A testimoniarne la validità, va rimarcata la crescita degli ultimi anni: con un +20 % di iscritti sul 2024 e un +30 % sul 2023."
Alla fine ci sta, se i genitori non possono partire, almeno garantiscono ai figli qualche settimana di svago vero.
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