Qualche tempo fa un amico che fa il barista da una vita e ha la sua adorata figliola che vive in Cina mi racconta che i migliori caffè del mondo se li accaparra, appunto, la Cina. Così, a noi Italiani – che ci consideriamo i depositari universali della scienza del caffè – arrivano in realtà solo le seconde e terze scelte. Il motivo? Proprio per il fatto che per noi il caffè è un rituale imprescindibile, quindi vogliamo che quello della caffetteria resti a un prezzo abbordabile… e per avere un prezzo abbordabile da qualche parte bisogna “tagliare”.
Ora, non me ne vogliano i grandi brand, che spendono milioni e milioni in pubblicità per farci arrivare il messaggio che buono come il loro non ce n’è… magari questo amico mi ha raccontato una boiata colossale e io sono una credulona, ma quello che sto per raccontarvi mi sembra che invece le faccia avere parecchio senso.
Ecco infatti che arriva a Milano la torrefazione 5.0 e che il prezzo entry level è 3,50 euro a tazzina per arrivare fino a 25… e qualcosa nel discorso del mio amico sembra tornare. Allora è vero che quello che ci beviamo tutti i giorni al bar è il meglio del peggio e se vogliamo il meglio del meglio lo dobbiamo pagare tre volte tanto, almeno?! Intanto partiamo dalle presentazioni: il Bugan Coffee Lab è nato a Bergamo, dove ha due sedi, una in Città Alta e una in Città Bassa, così non litiga nessuno. A Milano, dicevamo, si è da poco piazzato in via Vigevano 15. A fondarlo sono stati i fratelli Sonia e Maurizio Valli, che a Dissapore hanno dichiarato: “Se vieni a Milano devi spaccare“. E in effetti gli spacconi in città non sono mai mancati. Ma torniamo al caffè.
La torrefazione prevede 25 tipologie di caffè da assaggiare in sei diverse estrazioni, dall’espresso al cold brew, e tre fasce di prezzo:
– 3,50 euro
– 10 euro
– 25 euro a tazza.
Si tratta sempre e comunque di ottima qualità, ma la fascia più alta è quella in cui si bevono i caffè che la squadra Bugan porta alle competizioni.
Zucchero? Grazie ma no grazie
Nel locale vengono serviti prodotti lievitati salati e dolci, ma guai a parlare di zucchero nel caffè! Vade retro Satana! Qui si punta all’eccellenza e i professionisti del caffè lo assaggiano amaro, quindi voi che volete essere i pro, i meglio e i di più di tutti i bevitori di caffè di Milano farete in modo di farvelo andare bene e non ci farete fare brutte figure chiedendo dov’è il dolcificante (non vale nemmeno quello!). Peraltro, io è una vita che bevo il caffè senza zucchero e mi sono imbruttita perfettamente.
Attenzione anche a non confondere questo come un locale qualunque. La sua vocazione principale è quella di un’Academy di formazione, dal livello principianti (per cui non sentiamoci esclusi in partenza, nemmeno se mettiamo ancora lo zucchero nella tazzina) a quella riservata ai professionisti che l’Italia manda alle competizioni nazionali e internazionali. E non a caso esiste anche un team Bugan che nel “retrobottega” si allena già alacremente.
Autrice: Daniela Faggion