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Che bordello c’è in Val Gardena? Tutti in fila per lo stesso selfie, panico da overtourism

File chilometriche di persone pronte a farsi tutte lo stesso selfie: è il panorama desolante delle Dolomiti 2025.
30 Luglio 2025

Moriremo di selfie e ce lo meriteremo pure. Non parliamo dei poveretti morti veramente per uno scatto un po’ più estremo degli altri: a loro va tutta la nostra pietà e assenza di giudizio, perché il confine fra la cazzata (post)adolescenziale e la sfiga è da sempre stato labilissimo. 

Parliamo invece metaforicamente della nostra intelligenza e del nostro spirito critico, annegati globalmente nella mania di “farsi vedere nei posti che contano“, intesi come quelli che semplicemente compaiono nei film (e ci sta), o nelle pubblicità (e ci sta stretto), o – peggio del peggio – in altri selfie: una mise en abyme de noantri, che puzza di coatto e povero in spirito che non meriterà nemmeno il Regno dei Cieli. 

Guardate che cosa è successo in Val Gardena (e statene alla larga!). Nel 2023 Tim Cook, CEO di Apple, decide di mostrare il monte Seceda nella promo dell’iPhone 15: il soggetto perfetto – deve aver pensato – per mostrare la qualità della fotocamera dell’allora nuovo giocattolino della Mela col Morso. Ebbene, due anni dopo ci ritroviamo file di persone che tentano di raggiungere il monte ai piedi del gruppo delle Odle, in val Gardena appunto. D’altronde, se c’è overtourism sull’Himalaya, che richiede ben altri budget e abilità, figuriamoci quanto è stato facile che ciò accadesse nella raggiungibilissima Ortisei. 

Facebook – Kim von Seth

Eppure, fa rabbrividire. Sono già viste le immagini di noti illustratori che rappresentano gli utilizzatori di smartphone come greggi illuminate di blu, ma vedere dal vivo quelle greggi al posto delle greggi che dovrebbero realmente pascolare da quelle parti (più probabilmente mandrie) fa davvero impressione e dà la misura di quanto pecoroni siamo diventati. 

Gli abitanti del posto hanno provato a fermare l’invasione a modo loro, con un bel tornello eliminacode da superare previo pagamento di 5 euro. Chissà se l’agricoltore che lo aveva piazzato (la Provincia di Bolzano lo ha fatto subito rimuovere) era sinceramente contrario all’overtourism o sperava invece di monetizzare il problema pro maso suo. Fatto sta che il problema è rimasto e in questi giorni girano foto della zone con una folla che nemmeno in Buenos Aires i saldi si vede più.

Il tornello sul sentiero del Seceda è tornato operativo.

Visto che i sentieri non si possono chiudere le autorità locali stanno organizzando un servizio di vigilanza da parte di ranger locali, che controllano che i turisti non devastino i prati e non si mettano a far volare droni al posto delle mosche (se vi saltasse in mente, questo tipo di riprese è vietato). 

Insomma, se una volta si prendevano Rimini, Riccione, Viareggio e Fregene a prototipo dell’affollamento estivo, adesso – fra il caldo senza tregua in spiaggia e la caccia alle immagini cool – tocca anche alle mete dolomitiche.  Nel 1979 Luigi Ghirri immortalò l’Alpe di Siusi nella malinconica semplicità dei suoi rari visitatori. Nel 2025 uno smartphone dietro l’altro immortala il poco lontano Seceda nella malinconica banalità della ripetizione social.

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