Oggi l’Istat ci ispira un dubbio amletico: com’è possibile parlare di “famiglia” se a comporla è una persona? Ci è venuto in mente leggendo la notizia sulle previsioni dell’ISTAT per il 2050, quando si stima che “il 41,1% delle famiglie sarà composto da una persona sola“. Quindi, perché si parla di “famiglia”? Certamente ci sarà una spiegazione tecnica, ma noi ci siamo raccontati che si volessero includere anche cani, gatti e canarini.
Soprattutto, ci viene da chiederci se il nostro sarà un futuro di solitudine. Mentre immaginiamo città sempre più pervase di capsule hotel – quegli alberghi giapponesi fatti di piccoli loculi orizzontali stile cimitero – segue la notizia che avrà figli solo una famiglia su 5 (attualmente 3 su 10). Certo, se pensiamo alle nostre rumorosissime creature ci diamo una spiegazione abbastanza immediata, ma la scelta di non voler condividere la propria quotidianità con nessuno e di non voler trasmettere le proprie conoscenze e i propri averi a eredi naturali fa pensare a un cambiamento della nostra sensibilità diffusa. Possiamo ipotizzare che la pazienza sia proprio finita, oppure che siamo diventati talmente viziati da non accettare alcun tipo di compromesso per il quieto vivere se non con noi stessi.
Ma vediamo i numeri
A crescere parecchio sarà il numero degli ultrasessantacinquenni soli: 6,5 milioni (dal 24,3 al 34,6%) contro i 4,6 del 2024, anche perché senza l’innesto di bambini la popolazione sarà destinata a invecchiare sempre di più. Questo al netto dei giovani in arrivo dall’estero alla ricerca di un futuro migliore (in Italia?! Siete sicuri?!). Più soli e più vecchi, dunque, ma meno numerosi: si stima infatti che dagli attuali 59 milioni scarsi di abitanti scenderemo a 54,7 milioni, sempre entro il 2050.
Il calo è uguale per tutti? Certo che no. Almeno fino al 2030 al Nord la popolazione tenderà a crescere leggermente, mentre al Centro e al Sud soprattutto tenderà a diminuire. Niente da fare dunque per tutti coloro che puntavano sullo smart working per fermare la migrazione dalle regioni più calde del Paese (come se a Milano in estate facesse fresco, peraltro): toccherà ancora organizzarsi con i “pacchi daggiù” per sopravvivere. Le previsioni ISTAT cercano di essere anche ottimistiche, per cui il Nord non dovrebbe per forza spopolarsi, mentre al Centro e al Sud questa ipotesi non è proprio prevista: via tutti e avanti il prossimo… single, naturalmente!