Quando parliamo di caffè, noi italiani diventiamo parecchio orgogliosi e suscettibili, nonostante poi – a ben vedere – la maggior parte di noi sopravviva con l’espresso bruciato del bar. Oggi però, che è il primo ottobre e quindi la giornata internazionale del caffè, vogliamo scoprire quali sono le bevande a base di oro nero più strane e assurde al mondo. Per disgustarci o – why not – per ispirarci.
Kopi luwak, Indonesia
Il kopi luwak è il famoso “caffè dello zibetto“, animale che vive nel sud-est asiatico. I chicchi vengono mangiati dall’animale, passano nello stomaco (dove gli enzimi li trasformano un po’) e poi… espulsi. Defecati, avte capito bene. Raccolti, lavati, tostati e serviti in tazza.
Il risultato? Un caffè meno amaro del solito, con retrogusto di cioccolato e un tocco “selvatico”. Bello, se ti dimentichi da dove è passato. Il nome viene dall’indonesiano: kopi = caffè, luwak = zibetto. Ma la produzione è molto discussa, perché spesso gli animali vengono tenuti in condizioni non proprio idilliache. E poi c’è il prezzo: è tra i caffè più cari al mondo. In alcuni periodi è arrivato a costare oltre 350 euro al chilo o 60 euro la tazza. Oggi può toccare i 120 euro all’etto. Insomma, roba da ricchi annoiati. Il punto, però, è che non tutti ci credono. Alcuni critici sostengono che sia solo marketing: più che un caffè speciale, una moda carissima. Tim Carman del Washington Post lo ha descritto come “una tazza di cartone bagnato”.

Black Ivory Coffee, Thailandia
Il Black Ivory (tradotto: “avorio nero”) è un caffè di lusso prodotto nel nord della Thailandia dalla Black Ivory Coffee Company. La particolarità? I chicchi di arabica vengono mangiati dagli elefanti e poi… recuperati nelle loro feci. Gli enzimi digestivi dei pachidermi scompongono parte delle proteine del caffè, rendendolo meno amaro e con un aroma particolare. Il processo dura dalle 15 alle 70 ore nello stomaco dell’animale, insieme a tutto quello che si scofana nel frattempo.
Risultato: uno dei caffè più cari al mondo, pure qui. Si parla di circa 1.100 dollari al chilo e di 50 dollari a tazza negli hotel di lusso che lo servono. La produzione è super limitata: servono 33 chili di bacche per ottenere un solo chilo di prodotto, perché molti chicchi vengono distrutti dalla masticazione.
Il caffè viene realizzato nella Golden Triangle Asian Elephant Foundation, un rifugio per elefanti nel distretto di Chiang Saen. Qui sono una ventina gli animali “coinvolti” nella produzione e una parte delle vendite (circa l’8%) viene destinata proprio alla tutela degli elefanti. Ci sembra corretto.
CLR CFF, Londra
Si chiama CLR CFF, acronimo di Clear Coffee. In pratica: un espresso trasparente.
Prodotto con chicchi arabica e acqua purissima, ha – dicono da Londra – “un sapore aromatico e fresco”. La differenza sta tutta nel metodo di estrazione, mai usato prima: trattiene il colore scuro e lascia la bevanda… incolore. Risultato: un caffè che sebra acqua, ma che mantiene tutte le proprietà dell’espresso classico. Zero conservanti, aromi artificiali, zuccheri o dolcificanti.
Perché inventarsi un caffè fantasma? L’idea nasce da un problema che molti conoscono: i denti macchiati. I fratelli David e Adam Nagy, fondatori della startup, volevano un espresso che non sabotasse lo smalto. Sarebbe da provare… se il sito non fosse off. Che abbiano già fallito?

Mushroom Coffee, Finlandia
In Finlandia il caffè lo fanno pure ai funghi. No, non quelli allucinogeni: si tratta del Chaga, un fungo noto per le sue proprietà medicinali. Il risultato è un caffè dal sapore più “terroso” e meno acido del classico espresso, con in più un bel pacchetto di benefici: antiossidanti, supporto al sistema immunitario, maggiore concentrazione. Non è nemmeno una moda recente: già nel dopoguerra, quando il caffè scarseggiava, i finlandesi usavano il Chaga come alternativa. Oggi invece è tornato di moda come tendenza globale “healthy”, apprezzata dagli hipster bio e da chi cerca la botta di energia senza sensi di colpa.
Kaffeost, Svezia
l Kaffeost è una specialità tipica della Lapponia, tra nord Svezia e Finlandia, ed è spesso citato tra i caffè più strani al mondo. Il nome dice già tutto: significa letteralmente “caffè e formaggio”. La ricetta? Semplice: si servono insieme. I cubetti di leipäjuusto (un formaggio locale) vengono immersi nella tazza di caffè caldo. Una parte si scioglie, dando alla bevanda una consistenza ricca e cremosa; il resto resta solido e lo puoi raccogliere con il cucchiaino a fine tazza.
Per noi può sembrare un abbinamento strano, ma lì è considerato il modo perfetto per esaltare sia il caffè sia il formaggio. Sarà…

Asskicker, Australia
Se pensi di essere il re dell’espresso, frena subito la macchinetta del caffè e ripensaci, perché là fuori c’è un caffè che non guarda in faccia nessuno. Si chiama Asskicker, letteralmente un caffè che ti prende a calci in culo, non per niente contiene 60 volte la caffeina di una tazzina di espresso normale. Parliamo di un caffè talmente potente che ti tiene sveglio fino a 18 ore di fila. In pratica una Red Bull moltiplicata per cento, ma con la dignità dell’espresso. Ovviamente, è il caffè più hardcore del pianeta. L’idea è venuta a un certo Steve Benington, barista australiano del locale Viscous ad Adelaide. La scintilla? Una sua amica infermiera che, prima di un turno di notte infinito in ospedale, gli ha chiesto: “Steve, come cavolo faccio a non collassare?”. Tac: lui s’inventa la pozione magica. La prima versione era talmente devastante che l’infermiera se l’è sparata in 48 ore: risultato? Sveglia due giorni interi, poi 24 ore di insonnia, nervosismo e paranoia. Un’experience, magari da non provare.
Bulletproof Coffee, Tibet
Il Bulletproof Coffee l’ha inventato tale Dave Asprey: imprenditore, autore e pure biohacker americano. La storia nasce in Tibet, dove il nostro Dave si spara un tè con burro di yak – roba che i locals bevono prima di arrampicarsi a 5.000 metri, perché ti pompa energia e lucidità mentale. Lui torna a casa, guarda la moka e dice: “Perché non farlo col caffè?”. Boom: nasce il Bulletproof Coffee, la pozione che oggi vanno a bere startupper, crossfitter e manager convinti di diventare Iron Man al primo sorso. La ricetta è semplice ma disturbata: caffè + burro di mucca nutrita a erba + olio MCT (cioè grasso che si digerisce facile). Risultato? Una tazza densa, cremosa e con la pretesa di farti lavorare come Elon Musk in modalità turbo.

Caffè e avocado
Qui si parla di caffè con avocado, la nuova fissa che spopola in Centro America e che fa già gola ai fanatici del “healthy ma fashion”. La ricetta è semplice ma scenografica: butti nel frullatore avocado maturo, caffè caldo, latte e un pelo di zucchero → esce fuori una crema verde brillante che sembra un matcha, ma con la sostanza dell’espresso. Risultato? Una bevanda che ti sazia, ti nutre e soprattutto fa figo da postare su Instagram col filtro “vibes tropicali”.