Fedez ha scritto un libro, un’autobiografia per essere precisi. Si intitola L’acqua è più profonda di come sembra da sopra (Mondadori) e racconta qualsiasi cosa, anche quel poco che era rimasto alla nostra immaginazione.
E quindi eccoci di nuovo qua a masticare Pandoro (Gate) dal suo punto di vista e a respirare il marcio che il rapper percepiva nelle frequentazioni di Chiara Ferragni. Visto che noi siamo comunque curiosi come delle bisce, siamo andati a spulciare nelle anticipazioni, e abbiamo preparato per voi un bigino delle dichiarazioni più “pese” che Fedez ha fatto nel suo libro.

Su Chiara Ferragni
«Chiara per me è stata un po’ un’allucinazione collettiva e, probabilmente, io lo sono stato per lei».
«Mondi lontani. Ma ci incastravamo. Come due pezzi storti di un puzzle difficile. Noi siamo stati evidentemente ciò che il pubblico voleva nel modo in cui lo voleva. I conflitti c’erano, ma servivano cazzo».
«Con lei ho parlato delle mie paure più grandi. Con lei mi sono spogliato davvero. È stata la mia confidente. La mia spalla. Quella che non ti fa sentire solo quando tutto fa schifo e non sai più dove sbattere la testa»
«Chiara era più per seguire quasi in automatico tutte le battaglie progressiste veicolate dai social. Perché ci credesse o per posizionamento, non so dirlo. Il loro unico obiettivo era far vedere la donna forte, emancipata, leader, realizzata. Il modello aspirazionale. Che ha senso, ma a forzarla così tanto poi ottieni il risultato opposto, ovvero il rigetto da parte delle persone»
La crisi con Chiara
Le cose iniziano a scricchiolare nel 2023, come abbiamo intuito in quel Festival di Sanremo co-condotto da Chiara, con Fedez comunque protagonista (ve lo ricordate – no? – il bacio con Rosa Chemical?)
«Cose, persone, eventi che avevo sempre sopportato per Chiara ora mi diventavano insostenibili. Eravamo due isole che si stavano allontanando irreversibilmente l’una dall’altra»
«Il bacio con Rosa Chemical. Ora lo posso dire: ci eravamo messi d’accordo. Gli avevo proprio mandato la foto del mio posto in platea»

In camerino, quella sera, Fedez si è sentito trattato da “lebbroso” da Chiara e il suo team. «Quella notte sono rimasto in giro. Eleonora, la mia assistente, ha dovuto dormire con tutti i coltelli perché dicevo che volevo tagliarmi le vene. Ero uscito di testa, lì è arrivato il burnout più totale»
«La vera rottura con Chiara arriva per una questione di tradimenti. Lei pensa che la tradisco e io non mi metto nemmeno a discuterne, sapevo che aveva ragione»
«Il sentimento per Chiara era reale. Quello per Angelica era diverso. Con Chiara volevo costruire. Con lei volevo sognare»
«Ho incontrato Angelica poco prima di sposarmi con Chiara. Era un sentimento forte, sì, qualcosa che ti prende il petto e ti fa sanguinare. Ma non è vero che l’ho chiamata cinque minuti prima di mettere l’anello»
«Da una parte c’era la vita come la casa del Mulino Bianco. La perfezione impacchettata. C’era Chiara. Ma dall’altra parte c’era un’altra storia. C’era Angelica. Una storia senza luci puntate, senza palchi, senza il circo intorno»
«A marzo 2024 c’è stata la rottura definitiva. Una sera le dico: ‘I bambini sono grandi, ormai capiscono. Non facciamo uscire niente prima di parlargli. Non voglio che lo sappiano dai compagni di scuola’. E il giorno dopo, manco a farlo apposta, esce tutto.Qualcuno dei suoi aveva deciso di diffondere la notizia. Da quel momento le ho vietato di pubblicare foto dei bambini: perché quello che è successo dimostrava che c’è qualcuno che lavora per lei disposto a sacrificare il bene dei nostri figli. Pur di trovare una exit strategy. Per questo qualcuno spingere a livello mediatico l’idea che Federico fosse un cattivo marito era la scusa perfetta per oscurare il danno di immagine derivato dal caso Balocco. Vuoi giocare così, alla guerra di comunicazione? Va bene, ma non giochiamo con la salute mentale dei nostri figli»
«Non ho mai davvero discusso con Chiara del perché sia finita. Dal suo punto di vista sono io il cattivo, e per certi versi non posso non essere d’accordo»
Fedez augura alla ex «un futuro luminoso e felice, soprattutto per i miei figli, perché meritano di crescere in un ambiente sano»
Chiara e i suoi amici
«Durante il matrimonio ho subito, per osmosi, le frequentazioni di mia moglie. Avevo accettato passivamente di stare a quel tipo di pensiero lì, di accettare l’architetto superfancy di Milano, quello della moda iperinserito e un’altra serie di figure insopportabili. Una confezione bellissima. Ma dentro, per me, puzzavano tutti. Preferisco frequentare uno che vedi subito quanto fa schifo, piuttosto che un pacchetto stupendo di cui però a poco a poco ti accorgi che puzza di marcio. Meglio chi si presenta per quello che è, piuttosto che per quello che dovrebbe essere», aggiunge nel libro»
«L’azienda di mia moglie io la vedevo come il Rotary Club e di conseguenza trattavo tutti come tratto gli snob. Ovvero peggio di come loro trattano gli altri. Trovavo tante cose patetiche. Oggi, se mi invitano a una cena parlo con la gente: sono una persona più o meno normale. All’epoca stavo tutto il tempo a fissare il cellulare. Non li guardavo nemmeno in faccia»
«Li trovavo insopportabilmente noiosi convintissimi in modo immotivato. Dopo sette anni di pettegolezzi del mondo della moda – chi va a letto con chi, il designer che viene licenziato… – alla fine davvero non ne potevo più».
Su Fabio Maria Damato: «Potrei fare una lista delle volte in cui negli anni l’ho insultato e ci siamo presi a parole. Viveva della luce riflessa di mia moglie»
Sul Pandoro Gate
«Non sapevo niente fino a quando a Chiara non hanno rifilato quella multa da un milione. Non mi immaginavo ci fosse un casino di quelle proporzioni. La mattina dopo, sveglia con Chiara in lacrime accanto a me. Mi sono messo a leggere le carte, ho scoperto insieme al mondo esterno quello che è successo veramente»
«‘Un milione di multa’, dice. ‘Ma che caz*** stai dicendo? Avevi incassato solo 300mila’. ‘No, era un milione’. ‘Porca troia, Chiara, ti rendi conto… tu mi parlavi di tre, quattrocento…’ ‘E gli altri con un’altra società… ’ ‘Ho capito, ma quella società sei sempre tu, è la tua, non è esattamente un dettaglio’Mi sono messo a leggere le carte, ho scoperto insieme al mondo esterno quello che è successo veramente. E mi sono incazz*** (…). Le avrei detto chiaro e tondo: ‘Hai fatto una str*** pazzesca’»
«Io, in ogni caso, non avevo voce in capitolo. Ero fuori dal gioco, e tanto meglio, perché, se avessi aperto bocca, lei avrebbe fatto tutto il contrario»
Sul lavoro di Chiara, «ho dubbi perché lei di business, in realtà, non ne capisce un granché»

Fedez, vita e frequentazioni
«L’adolescenza è stata terribile. Ho frequentato le peggiori compagnie di Milano. Che erano anche le più belle, per altri versi. Ho collezionato esperienze, ho fatto conoscenze che mi hanno portato dove sono ora. Ma erano ambienti pericolosi»
«Se oggi sapessi che mio figlio esce e va a fare quello che facevo io, sarei molto preoccupato per la sua incolumità. I miei mi lasciavano libero e non si rendevano effettivamente conto di cosa facessi: avevano una visione parziale, non sapevano che frequentavo dei giri importanti, un ambiente non molto sano. Microcriminalità, spaccio, e non solo. Anche se poi è vero che, se nasci in un contesto di quel tipo, devi farci i conti. Credo sia inevitabile»
«Non mi sono mai macchiato di crimini, ma mi capita di frequentare persone che ne hanno commessi. Dunque? Se dei tizi della curva vanno a picchiare della gente e Luca Lucci è ai domiciliari, cosa ne sa lui di cosa combinano queste persone? Ci sono intercettazioni in cui Lucci li rimprovera perché volevano ripulirsi»
«Ghali … grande amico, … aveva questo superpotere: sanguinare dal naso anche al tocco più leggero».
Il tumore
«Essere un condannato a morte, anche se risparmiato dagli eventi, non mi ha reso una persona migliore, anzi, forse ne sono uscito più incazzato con la vita, più paranoico, più chiuso in me stesso di quanto lo fossi mai stato prima»
Il legame con Matteo Salvini e la politica
«Quando mi sono ammalato di cancro, per esempio, Matteo Salvini è stato quello da cui sentivo, quando mi scriveva, della vera empatia. E questo nonostante avessimo idee diverse e ce ne fossimo dette di tutti i colori. Per un mese, ogni settimana mi ha scritto per sapere come stavo. Persone con cui avevo rapporti migliori invece non ci sono state: Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, non pervenuti. Ti scrivono solo quando hanno bisogno di te, quando gli serve usarti»
«Il tema della sinistra è che ti usa: chiaro, tutti in politica ti usano, ma quantomeno la destra, umanamente parlando, sa relazionarsi con le persone. Molti politici di destra sanno parlarti da persona a persona, mentre gli uomini di sinistra ti spolpano e dopo ti voltano le spalle. (…) Ma quando sei in una situazione di difficoltà, vedi il caso Balocco, con quelli di destra puoi confrontarti, ci puoi parlare. Quelli di sinistra, se li chiami, non ti rispondono più. Sono meno affidabili, sempre umanamente parlando»
«Fanno schifo tutti, la politica è quello che è, e la destra forse ha fatto più danni della sinistra (o se la pareggiano). Ma quando puzzi di merda quelli di sinistra si allontanano da te, invece quelli di destra, dato che alla puzza di merda ci sono abituati, riescono a continuare a rivolgerti la parola, non spariscono. E poi si sanno divertire molto di più degli altri. Sono oggettivamente più simpatici. E, per quanto siano delle merde, sono più pane al pane e vino al vino, se ti devono dire una cosa te la dicono, sono meno melliflui»