Lo avevamo scritto giorni fa, della decisione del governo di vietare l’educazione sessuale alle scuole medie. Una scelta che aveva scatenato non poche polemiche, considerato che – a quell’età – ragazzi e ragazze iniziano ad informarsi tra amici e soprattutto su Internet, con tutti i rischi del caso. La bufera che ne era venuta fuori avrà probabilmente convinto la Lega a fare dietrofront: l’educazione sessuale e affettiva resta nelle scuole medie. La Lega ha infatti depositato un emendamento che cancella il divieto previsto dal disegno di legge Valditara, mantenendolo solo per infanzia ed elementari. “Non siamo quelli che vogliono vietare che in classe si parli di affetto e rispetto” ha precisato il relatore Rossano Sasso che parla di una “strumentalizzazione in atto“, riferendosi ovviamente alle critiche dell’opposizione.
Alle medie, quindi, si potrà continuare a parlare di corpo, rispetto, emozioni e relazioni — ma solo con il consenso informato dei genitori, prassi che in realtà le scuole già applicano da anni.
Possiamo dirlo? Menomale.
Cosa cambierà?
Non molto, nella pratica. “Il consenso viene già richiesto ai genitori. Alle medie abbiamo due percorsi, uno più specifico sull’affettività e uno teatrale che tocca anche la sessualità”, ha spiegato a Repubblica Antonio Re, preside dell’istituto Leonardo da Vinci. Sulla stessa linea Gianpaolo Bovio, del comprensivo Arcadia: “Non è mai capitato che qualcuno negasse l’autorizzazione. Parlare di educazione affettiva non è un tema ideologico ma sociale: meglio a scuola, con esperti, che lasciare i ragazzi a Google e TikTok“.
I genitori sono super Pro
Che poi bastava chiedere a studenti e famiglie, la stragrande maggioranza dei quali è favorevolissima all’educazione sessuale. Stando a un sondaggio dell’osservatorio Giovani e Sessualità di Durex, condotto in collaborazione con Skuola.net su 15.000 ragazzi tra 11 e 24 anni, 8 genitori su 10 vorrebbero l’educazione sessuale nella scuola dei figli, tra gli studenti la percentuale sale addirittura al 90%. Il 72% dei ragazzi e delle ragazze, afferma di considerare la guida di medici, psicologi ed esperti qualificati fondamentale per un’informazione seria e corretta, lontana dai contenuti di dubbia utilità che si trovano online.
E perché le famiglie sono così favorevoli? Raga, è facile: perché sono comprensibilmente in sbattimento per il rischio di relazioni tossiche e violenze sessuali, altri temono la diffusione di comportamenti a rischio legati a rapporti sessuali precoci o almancato uso di contraccettivi. Del resto i dati parlano chiaro: il 23,6% dei giovani ha avuto il primo rapporto tra gli 11 e i 14 anni, quasi la metà ha ricevuto contenuti sessuali non richiesti e uno su due si informa online su sessualità e contraccezione, e capirai che cosa trova sul web.
Quindi insomma… per oggi una buona notizia.









