Da anni ci facciamo la stessa domanda: ha ancora senso spostare le lancette due volte l’anno? A quanto pare, per l’84% dei cittadini europei la risposta è un secco “no, grazie”. E pure noi condividiamo: in Italia, ben 352 mila persone hanno messo la firma per chiedere ufficialmente che l’ora legale diventi permanente. Una richiesta che ciclicamente torna in auge, ma che questa volta sembra aver trovato finalmente un varco nella politica, sia da noi che in Europa.
L’Italia riapre il dossier
Ieri alla Camera dei Deputati si è parlato dell’abolizione del cambio d’ora. L’obiettivo? Valutare una indagine conoscitiva che faccia chiarezza, numeri alla mano, sull’impatto dell’ora legale permanente. A sostenerla ci sono la SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale), Consumerismo No Profit e il deputato Andrea Barabotti della Lega. Verranno presentate pure tutte le firme raccolte online, così da rendere chiare le intenzioni del pubblico a casa.
Se l’indagine passerà, si entrerà nel concreto. Il Parlamento dovrà valutare come il mantenimento dell’orario estivo tutto l’anno impatterebbe su:
- consumi energetici (aka: quanto risparmiamo in bolletta)
- ambiente e CO₂
- salute pubblica e ritmo circadiano (spoiler: il corpo umano odia gli switch)
- sicurezza stradale e lavorativa
- abitudini sociali: dalla passeggiata serale allo spritz che non finisce in pieno buio
Il percorso prevede una proposta normativa entro il 30 giugno 2026.
L’Europa è spaccata, ma il tema sta tornando caldo
Il dibattito sull’ora legale non nasce oggi. Già nel 2018 la Commissione Europea aveva chiesto ai cittadini cosa ne pensassero: 4,6 milioni di risposte, una mobilitazione mai vista. Stravinse la linea anti-cambio orario. Nel 2019 il Parlamento Europeo aveva persino approvato una direttiva che lasciava agli Stati la libertà di scegliere un orario fisso. Poi è arrivata la pandemia, le priorità sono cambiate, e il dossier è finito nel classico cassetto di Bruxelles dove spariscono i progetti “da affrontare con calma”.
Ora però qualcosa si muove: persino il premier spagnolo Pedro Sánchez ha definito il cambio d’ora “senza senso”, chiedendo alla Commissione di riaprire il confronto. E Bruxelles ha risposto annunciando un nuovo studio europeo. Tutto bellissimo.
I numeri parlano chiaro: l’ora legale conviene
A livello energetico l’Italia ha già fatto i conti. Dal 2004 al 2025 abbiamo risparmiato:
- 2,3 miliardi di euro in bolletta
- oltre 12 miliardi di kWh di energia
- solo nel 2025, 90 milioni di euro
Le stime dicono che, mantenendo l’ora legale fissa, ogni anno potremmo risparmiare:
- 720 milioni di kWh
- circa 180 milioni di euro
Sul fronte ambientale, si arriverebbe a una riduzione tra 160 e 200 mila tonnellate di CO₂. È come piantare da 2 a 6 milioni di alberi senza nemmeno sporcarci le mani.
Secondo la SIMA, quando torniamo all’ora solare il nostro corpo va in crisi come dopo una nottata di aperitivi troppo generosi. Il cambio d’ora:
- altera il ritmo circadiano
- peggiora sonno, umore, concentrazione
- influenza la pressione arteriosa
Ma non è solo una questione di sbatti fisico: nei giorni successivi al cambio orario aumentano anche gli incidenti stradali e sul lavoro. E sì, con il buio anticipato si registrano pure più episodi di microcriminalità. Con l’ora legale permanente, invece, si avrebbe più luce serale, più persone in giro, più sicurezza e – dettaglio non da poco – un boost per commercio, turismo e ristorazione. Le città vivono di più e guadagnano di più.
Non succede, ma se succede…
Questa indagine non significa che l’ora legale permanente verrà approvata domani mattina eh, ma rappresenta il primo passo vero dopo anni di immobilismo. Il Parlamento dovrà decidere mettendo insieme numeri, impatti e compatibilità con le politiche europee. La vera sfida? Trasformare un dibattito eterno in una decisione definitiva, capace di migliorare il benessere delle persone, tagliare gli sprechi energetici e portare un po’ di ordine dove oggi regna tradizione più che logica.
Ce la faremo?









