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Stefano Bettarini: “Ho lasciato Milano dopo due rapine con pistola, ora mi godo la vita. Non ho bisogno di lavorare”

L'ex calciatore racconta di aver lasciato la City dopo due brutte esperienze, oltre all'aggressione subita dal figlio Niccolò.
19 Novembre 2025

A Milano ci si lamenta del traffico, dei mezzi, dell’Area C… ma c’è chi se n’è andato per motivi ben più pesanti. È il caso di Stefano Bettarini, ex calciatore e volto tv, che in un’intervista al Corriere Milano ha raccontato perché nel 2015 ha deciso di dire addio alla Madonnina e trasferirsi altrove.

Lui il motivo lo riassume così: due rapine nel giro di poco tempo, entrambe con pistola in faccia. Non il massimo eh, poi niente di strano se Milano sia ultima in Italia per sicurezza.

Le due aggressioni

Bettarini parte dal primo episodio: «Ho lasciato Milano nel 2015 definitamente dopo la seconda aggressione per rapina di un orologio che avevo subito. La prima in pieno centro, corso Garibaldi, stavo andando da un’amica e due individui con pistole e incappucciati hanno provato a rapinarmi senza riuscirci ma rischiai grosso. Ne uscii fortunatamente con qualche escoriazione e basta».

Poi la seconda, quella che secondo lui gli ha fatto scattare il “ciao core”: «La seconda uscendo dal garage di casa, stavo andando a Mediaset per partecipare a un programma di Federica Panicucci. Con la classica botta allo specchietto mi rapinarono portandomi via un orologio Rolex Daytona in platino dal valore di 50mila euro. Da lì il mio cambio di vita, il trasferimento, per me Milano non era più una città sicura. Ci sono tornato solo per toccate e fughe e per lavori sporadici, non era una città sicura in quegli anni, figuriamoci adesso». Da allora vive a Viareggio con la compagna Nicoletta Larini.

Ci sta.

Il ferimento del figlio

Il rapporto difficile con Milano non finisce lì. Bettarini ricorda l’episodio del 1° luglio 2018, quando il figlio Niccolò venne accoltellato fuori dall’Old Fashion. «Gli animali che hanno accoltellato mio figlio sono liberi», dice oggi. Uno degli aggressori gli urlò: “Ti ho riconosciuto, sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo”. Per i quattro imputati sono arrivate condanne dai 5 agli 8 anni. Ma Bettarini commenta così: «Dico solo che sono disgustato della giustizia e che se quegli ‘animali’ sono liberi dopo che hanno preso tentato omicidio con 13 coltellate non mi sorprende il mondo e la direzione che sta prendendo. Pare purtroppo che, in Italia, venga permesso tutto».

“Non ho bisogno di lavorare”

L’intervista poi vira sulla sua vita attuale, lontana dai campi di calcio e dai reality show che lo avevano riportato sotto i riflettori. E qui Bettarini snocciola una serie di frasi che sono praticamente titoli pronti:

  • «Non ho bisogno di lavorare, ho saputo investire nel mattone e mi godo la vita».
  • «Le partite di calcio? Le guardo senza audio perché certe telecronache e commenti non li sopporto».
  • «La tv? La facevo quando gli ascolti erano veramente alti e non ho più voglia di essere usato».
  • «Dicevano che ero troppo bello per fare il calciatore».

Sulla vita privata resta più tosto: con Nicoletta «Abbiamo messo a tacere i gufi. Ci dicevano che saremmo durati sei mesi, stiamo insieme da otto anni. È un dono». Con l’ex moglie Simona Ventura «buoni rapporti, i figli ormai sono grandi e non dobbiamo più fare la famiglia allargata».

Sul fronte investimenti immobiliari, mette subito le mani avanti: «Come ogni imprenditore il rischio c’è e anch’io ho fatto le mie sciocchezze, però è tutta esperienza che aiuta migliorare e non ripetersi negli errori. Diffidate da chi dice di non farne mai. È un bugiardo».

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